Chi è Gerry Cardinale ce ne stiamo accorgendo in questi utlimi tempi. Uomo d’affari che pian piano si sta facendo conoscere meglio dagli italiani.
Subentrato con la sua RedBird Capital a Elliott Management Corporation di Poul Singer nell’estate del 2022 alla quale ha lasciato delle quote minoritarie si era presentato con aria del tutto entusiastica e impaziente di determinare le sorti del club italiano più titolato in europa.
In poco tempo ovvero in un anno circa da quando siede sulla poltrona di proprietario di maggioranza del Milan ha fortemente indicato attraverso i suoi dettami di politica economica quale fosse la strada migliore da intraprendere per ricavare il massimo non soltanto a livello di bilancio ma anche sotto il profilo sportivo per la sqaudra rossonera.
Se pensavamo ad un padre padrone capace di ristrutturare la sua nuova creatura solo sotto l’aspetto gestionale ci siamo sbagliati di grosso e abbiamo fatto “nostra culpa” quando ha lasciato intendere che anche lui un pò di pallone se ne intendeva.
Chi è Gerry Cardinale
Chi è Gerry Cardinale? Classe 1967 è nipote di nonni immigrati negli anni 50 in America. L’attuale proprietario del Milan è nato Philadelphia ed è laureato in “Politics and Political Theory” titolo che ha conseguito ad Oxford nel 1991. Prima di fondare Redbird ha lavorato per 20 anni in Goldman Sachs.
Nel 2014 ha poi fondato RedBird Capital, è una società statunitense di gestione degli investimenti che lavora fondamentalmente su tre asset: Sport, Tmt e servizi finanziari.
Gerry Cardinale oltre a ricoprire quoridianamente il ruolo di manager è anche amministratore del sistema sanitario del Monte Sinai a New York. E’ molto devoto alla filantropia.
Vita privata: moglie e figli
Di Gerry Cardinale non si conosce molto a livello di privata. Ci sono notizie passate che lo abbinano ad un matrimonio non finito bene. Con un divorzio alle spalle, quello che si sa è che poi si è risposato con Holly.
Patrimonio
Il patrimonio personale di Gerry Cardinale si aggira attorno ad un miliardo di dollati ciò nonostante non si concede a una vita sfarzosa, se lo fa lontano dagli occhi del pubblico. E’ un uomo che mantiene sempre il basso profilo, uno cha sa stare anche tra la gente comune senza problemi.
Il licenziamento di Maldini
Nel giugno di quest’anno la svolta clamorosa nell’ assetto dirigenziale del Milan è avvenuta in virtù del lincenziamento inaspettato di Paolo Maldini da parte di Gerry Cardinale.
Evidentemente i due mondi ai quali appartengono sono stati causa della rottura tra le due figure più rappresentative dei vertici dirigenziali rossoneri.
Se da un lato c’era Paolo, il capitano nonché il giocatore più amato che ha fatto la storia del Milan, dall’altra un imprenditore che ha ha penasato di guidare una squadra a conquistare dei risultati facendo quadrare i conti.
L’umanizzazione di Paolo (nel senso di uomo di sport che vive di emozioni e che ha anche regalato le sue emozioni ai tifosi) non era certamente ben accetta in un contesto come quello di RedBird che ragiona solo attraverso calcoli matematici e valorizzazione del brand.
Lasciar condurre un vile macchinario tritasoldi a un passionale non rientrva nei piani di Gerry Cardinale che sin dal primo momento (anche se poi l’ha fatto successivamante) voleva disfarsi la figura di Paolo Maldini.
Il momento propizio, speranzoso di prendersi l’applauso consensiente del tifo più caldo, è giunto nel momento in cui il direttore dell’area tecnica ovvero l’ex capitano del Milan ha steccato nelle ultime due sessioni di calciomercato.
Sergino Dest e Aster Vranckx: il primo, arrivato dal Barcellona con diritto di riscatto fissato a venti milioni è poi tornato in Spagna perché non ha giocato e ha deluso decisamente le aspettative; il secondo è arrivato in prestito oneroso a 2 milioni di euro con riscatto fissato a 12 è anche lui ritornato alla casa madre Wolfsburg.
Charles De Ketelaere e Divock Origi: per il primo sono stati esborsati circa 36 milioni per strapparlo dal club Brugge ma alla fine si è rivelato un autentico flop. Il secondo anche non ha mai dimostrato il suo valore a Milanello, ma a differenza del belga l’ex Liverpool è costato zero.