Sul versamento dei contributi Inps, relativi ai lavoratori agricoli del 2023, incombe la scadenza di domani, 18 settembre 2023. Si tratta della prima scadenza fissata per i contributi previdenziali sia dei lavoratori agricoli con contratto di lavoro a tempo indeterminato che a termine. Il versamento dei contributi è regolato dalla circolare dell’Istituto di previdenza numero 18 dello scorso 10 febbraio. Il documento contiene le quote contributive relative a quest’anno.
In particolare, il documento dell’Inps riguarda le aliquote contributive applicate alle imprese agricole per gli operai impiegati durante quest’anno.
Contributi Inps lavoratori agricoli 2023: scadenza versamento 18 settembre, cosa c’è da sapere
Scade domani, 18 settembre 2023, il termine della prima scadenza per i contributi Inps dei lavoratori agricoli. Secondo quanto prevede il decreto legislativo numero 146 del 1997, che fissa l’incremento progressivo della soglia contributiva fino al 32 per cento, per il 2023 l’aliquota dei contributi che le imprese e i datori di lavoro devono versare è del 21,06%.
Non subisce variazioni, invece, l’aliquota dei contributi a carico dei lavoratori in quanto ha già raggiunto la percentuale piena. Per questo motivo, la percentuale complessiva dei contributi a carico dei lavoratori e dei lavoratori alle dipendenze del settore agricolo è pari al 29,9%. Di questa percentuale, l’8,84% rappresenta la percentuale di contributi che il lavoratore deve versare di tasca propria.
Contributi Inps agricoli 2023, percentuali prodotti zootecnici e disoccupazione Naspi
Cambiano le percentuale di versamento dei contributi previdenziali Inps per le imprese agricole che si occupano di trasformare e di manipolare i prodotti agricoli e zootecnici. Le percentuali di versamento al Fondo pensioni lavoratori dipendenti (Fpld) rispetto alla generalità delle imprese del settore dell’agricoltura, rimane fissata al 32,30 per cento, di cui l’8,84 per cento dei contributi sono a carico dei lavoratori.
Peraltro, alle imprese cooperative e i consorzi di cui alla legge 240 del 1984 sono richiesti i contributi ai fini del finanziamento della disoccupazione Naspi. A sancirlo è la legge di Bilancio 2022 dell’allora governo di Mario Draghi che, alla leggera a) del comma 221, dell’articolo 1, della legge 234 del 2021, stabiliva che, a decorrere dal 1° gennaio del 2022, la tutela della prestazione di disoccupazione spettasse anche agli operai agricoli con contratto a tempo indeterminato, agli apprendisti e ai soci lavoratori.
Il finanziamento della misura è dovuta sia per le assunzioni di operai a partire dall’inizio di gennaio 2022, sia per quelli assunti in precedenza ma risultanti ancora in forza. Per questi ultimi non vige più l’aliquota dei contributi del 2,75 per cento di disoccupazione agricola secondo quanto prevedeva il decreto legge 402 del 1981.
Lavoro part time, aliquote Inail e agevolazioni in agricoltura
Ulteriori specifiche nella circolare dell’Inps stabiliscono anche i contributi minimali per i contratti di lavoro a tempo part time. In questi casi, il minimale di retribuzione per i contributi si ottiene dal calcolo di 53,95 euro per 6 diviso 39, che fa 8,30 euro.
Sulle aliquote Inail del 2023 non ci sono variazioni. Per l’assistenze agli infortuni sul lavoro, è prevista una contribuzione nella misura del 10,1250 per cento. Inoltre, per le addizionali per gli infortuni sul lavoro l’aliquota da applicare è pari al 3,1185 per cento.
Inoltre, non hanno subito delle variazioni le agevolazioni per le zone tariffarie dell’agricoltura per quest’anno. In base a quanto prevede il comma 45, dell’articolo 1, della legge 220 del 2010, l’aliquota applicata ai territori non svantaggiati è pari al 100%, mentre per i territori particolarmente svantaggiati – come quelli montani – l’aliquota applicata è del 25% con agevolazione del 75%. Infine, per le zone svantaggiate l’aliquota applicata è del 32% con agevolazione del 68%.