Il ravvedimento speciale è un meccanismo introdotto dalla Legge di Bilancio 2023 che permette ai contribuenti di sanare, in condizioni agevolate, le violazioni legate alle dichiarazioni fiscali. L’obiettivo è quello di permettere ai contribuenti di regolarizzare la loro posizione, beneficiando di sanzioni ridotte e facilitazioni nel pagamento.

Ravvedimento speciale: la data chiave da ricordare nel 2023

Il calendario per il ravvedimento speciale 2023 segna come data fondamentale il 2 ottobre. Inizialmente, la scadenza era prevista per il 30 settembre, ma essendo un sabato, il termine si sposta al primo giorno lavorativo successivo. Questa proroga è stata sancita dal Decreto bollette n. 34/2023.

Quali sono le condizioni per la regolarizzazione

Per avvalersi del ravvedimento speciale, è fondamentale che:

  • Le dichiarazioni siano relative all’anno fiscale in corso al 31 dicembre 2021 o a periodi precedenti.
  • Le violazioni non siano state formalmente contestate prima del versamento.
  • Si proceda con il pagamento dell’imposta, degli interessi e delle sanzioni (queste ridotte a 1/18 del minimo previsto) entro la data stabilita.

Rateizzazione e modalità di pagamento

Il contribuente ha la possibilità di suddividere l’importo dovuto in un massimo di otto rate uguali. La scadenza della prima rata è fissata al 2 ottobre 2023, mentre le scadenze delle rate successive sono le seguenti:

  • 31 ottobre 2023;
  • 30 novembre 2023;
  • 20 dicembre 2023;
  • 1° aprile 2024;
  • 1° luglio 2024;
  • 30 settembre 2024;
  • 20 dicembre 2024.

Si prevedono inoltre interessi di rateazione del 2% annuo sulle rate successive alla prima.

Ravvedimento speciale: vantaggi principali

Uno dei principali benefici del ravvedimento speciale è la riduzione della sanzione al 5%. Ciò rappresenta un considerevole risparmio per il contribuente. Un ulteriore vantaggio riguarda la possibilità di rateizzare l’importo dovuto, offrendo flessibilità nel pagamento.

Per determinare gli interessi dovuti, è essenziale fare riferimento al tasso legale. Ecco l’evoluzione di questo tasso negli ultimi anni:

  • 2018: 0,3%
  • 2019: 0,8%
  • 2020: 0,05%
  • 2021: 0,01%
  • 2022: 1,25%
  • 2023: 5%

Definizione agevolata liti pendenti: anche in questo caso la data chiave è il 2 ottobre

Parallelamente, è prevista una scadenza per la definizione agevolata delle controversie fiscali con l’Agenzia delle Entrate o l’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Anche in questo caso, la scadenza iniziale del 30 settembre 2023 viene posticipata al 2 ottobre 2023.

Come funziona la definizione agevolata delle liti pendenti

Il 2023 ha introdotto notevoli cambiamenti nella definizione delle controversie tributarie pendenti grazie alla Legge di Bilancio. Questa legge, specificamente attraverso i commi 186-205 dell’articolo 1, ha fornito una metodologia semplificata per risolvere le controversie coinvolgendo entità come l’Agenzia delle entrate e l’Agenzia delle dogane. Tali controversie possono riguardare una varietà di atti impositivi, che vanno dagli avvisi di accertamento alle sanzioni.

Il meccanismo di definizione agevolata ha determinate condizioni e varia basandosi su due fattori chiave:

  • Il grado di giudizio in cui si trova la controversia al momento.
  • Se l’Agenzia delle Entrate ha vinto o perso la causa, con una specifica eccezione per i giudizi in primo grado dove la sentenza non è ancora stata pronunciata.

Procedura e tempi per la presentazione della domanda

Per beneficiare di questa definizione agevolata, è essenziale presentare una domanda entro il 30 settembre 2023, esteso al 2 ottobre dato che il 30 cade di sabato. Questa domanda, che deve essere presentata telematicamente, deve riguardare ogni singola controversia tributaria, ovvero ogni atto contestato individualmente. Da sottolineare che tale domanda non richiede il pagamento dell’imposta di bollo.

Modalità e termini di pagamento

Il pagamento può essere effettuato in una soluzione unica o, se l’importo supera i 1.000 euro, tramite un piano di rateizzazione. Questo piano può estendersi fino a un periodo di cinque anni, con un massimo di 20 rate uguali. Le prime tre rate hanno date fisse nel 2023, mentre le rate successive possono essere suddivise in 51 rate mensili, eccezion fatta per dicembre.

Un aspetto cruciale da ricordare è che, pur avendo aderito alla definizione agevolata, il suo successo è condizionato da un controllo dell’ufficio competente. In caso di esito negativo, l’ufficio potrebbe rigettare la domanda, notificando la decisione entro il 30 settembre 2024.

Chiarimenti sulla rigenerazione del credito IVA

Un aspetto interessante della legge riguarda la possibilità di rigenerare il credito IVA. In pratica, pagando l’imposta indicata, si rinuncia alla lite per quell’importo specifico. Una volta effettuato tale pagamento, il contribuente può richiedere la definizione delle relative sanzioni e interessi. Questo processo ha implicazioni dirette sulle dichiarazioni IVA future, come illustrato nel Modello IVA, Rigo VL40.

Tuttavia, è fondamentale ricordare che l’intera procedura di definizione rimane in sospeso fino al 30 settembre 2024, in attesa delle verifiche da parte dell’ufficio.