Il Milan di Gerry Cardinale ha iniziato la stagione nel migliore dei modi, con tre vittorie nelle prime tre gare di campionato. I rossoneri, ora, sono attesi dal primo viatico della stagione, il derby contro l’Inter di Simone Inzaghi (Fischio d’inizio sabato 16 settembre alle ore 18). Alla vigilia della partita, il presidente Gerry Cardinale ha rilasciato una lunga intervista a Sette, il settimanale de Il Corriere della Sera. Dal mercato alla scelta di acquistare il Milan, passando per Silvio Berlusconi e il nuovo stadio: sono tanti i temi trattati dal presidente rossonero.
Cardinale: “Il Milan è uno dei 4-5 top club in Europa”
“Perchè ho acquistato il Milan? Penso da sempre che sia uno dei 4-5 top club in Europa – ha raccontato Gerry Cardinale ai microfoni del settimanale Sette del Il Corriere della Sera – . Siamo qui grazie a quello che hanno fatto i nostri predecessori, Silvio Berlusconi, Gianni Rivera prima di lui, Sacchi, Baresi, Maldini…”. Il presidente del Milan ha poi parlato del suo predecessore, Silvio Berlusconi: “Ho un enorme rispetto, era un grande visionario, i risultati parlano per lui. Berlusconi ha portato il Milan al top poi è stato difficile tenere il passo perché il mondo stava cambiando, con una forte evoluzione nella fruizione dei contenuti e nelle tecnologie. Questa è una grande lezione, non si può mai riposare sugli allori. È la stessa che ho imparato in Goldman Sachs: ogni anno ci riunivamo per esaminare i risultati, eravamo sempre i primi, ma se voi ci aveste visti avreste pensato che fossimo ultimi in tutto perché analizzavamo ogni business valutando come avremmo potuto fare meglio. Nel calcio voglio essere un Berlusconi 2.0, avere il suo stesso impatto in un contesto completamente cambiato”.
“Ho voluto un Milan più fisico”
Il Milan è stato il club italiano più attivo sul mercato, con una vera e propria rivoluzione. Tra i tanti acquisti spicca quello di Christian Pulisic, che ha aumentato il tasso tecnico, qualitativo e di imprevedibilità dell’attacco rossonero. Così Gerry Cardinale ha parlato del mercato condotto da Geoffrey Moncada e Giorgio Furlani: “La cosa che più mi ha colpito in questo primo anno è vedere la distanza con il Chelsea nelle due sfide di Champions. Perciò ho voluto un Milan più fisico, più veloce, più intenso, nelle prime partite si è visto. Farò di tutto per avere un club vincente, ma come partner della serie A dobbiamo augurarci pari impegno per ridurre il gap di tutto il campionato con la Premier”.
Poi il fondatore di RedBird Capital Partners ha parlato del suo lavoro in rossonero: “Non ho ancora fatto nulla! Sono entrato in punta di piedi, ho mantenuto l’organizzazione ereditata. Del resto, ho grande rispetto di Paolo Scaroni, scelto da Elliott che ha fatto un grande lavoro e che ringrazio: è così coerente con il mondo da cui provengo e al tempo stesso così milanista e autorevole”. Infine, il presidente rossonero ha anche parlato del nuovo stadio e della possibilità che possa sorgere a San Donato: “Impianto a San Donato? I presupposti sono incoraggianti. Con il benestare del Comune di San Donato e della Regione, che ringraziamo, abbiamo già svolto diverse sessioni molto produttive”.