Il 15 settembre 2008 segna uno degli eventi più traumatici nella storia finanziaria globale: il collasso di Lehman Brothers, la quarta banca più grande degli Stati Uniti. Questo fallimento, molto più di una semplice crisi, ha catalizzato la tempesta finanziaria e aperto una nuova pagina dell’economia mondiale. Emerge una domanda critica: siamo davvero al sicuro da un altro evento simile?
Come cadde il colosso Lehman Brothers
Mentre molti ritenevano che Lehman Brothers fosse “troppo grande per fallire“, il crollo ha mostrato il contrario. Non solo ha evidenziato la fragilità degli istituti finanziari, ma ha anche messo in luce i problemi sistemici dei prodotti derivati, specialmente quelli collegati ai mutui subprime.
Fondata nel 1850 da Henry Lehman, un immigrato tedesco, la banca ebbe umili inizi come rivenditore di tessuti e abbigliamento. Con il passare del tempo e l’aggiunta dei fratelli di Henry, Emanuel e Mayer, si è evoluta, diventando un punto di riferimento nel commercio di materie prime. La sua trasformazione in una potenza finanziaria ha avuto inizio nel tardo 19° secolo, portandola al cuore dell’economia americana fino al suo fatidico fallimento nel 2008.
Il contesto economico e i segnali del fallimento
Negli anni che hanno caratterizzato il cambiamento del millennio, l’ambiente finanziario era in fermento. Le istituzioni economiche, sempre alla ricerca di nuove frontiere di investimento, si erano avventurate nella creazione di strumenti finanziari derivati basati sui mutui. Banche rinomate, come Lehman Brothers, si gettarono in questa nuova ondata, promuovendo tali strumenti come investimenti solidi grazie alla loro connessione con i mutui.
Il fallimento, infatti, non è avvenuto in un vuoto. Tre elementi cruciali hanno creato le condizioni per la tempesta perfetta:
- Politiche monetarie: le strategie espansive della Federal Reserve, in risposta alla bolla delle dotcom e agli attentati dell’11 settembre, hanno inondato il mercato di liquidità.
- Deregolamentazione finanziaria: iniziata sotto la presidenza di Bush, questa deregolamentazione ha permesso alle banche di operare con meno restrizioni, portando a decisioni di finanziamento più rischiose.
- Bolla immobiliare: alimentata da una domanda crescente di mutui, la bolla ha visto una rapida crescita nei prezzi delle abitazioni, spinta ulteriormente dai mutui subprime.
Il problema dei mutui subprime
I mutui subprime sono diventati il simbolo della crisi. Questi prestiti, offerti a chi normalmente non avrebbe avuto accesso ai finanziamenti tradizionali, hanno accelerato la domanda di case. La crescita insostenibile dei prezzi ha reso questi mutui appetibili, poiché le persone speravano di rifinanziarli a condizioni più vantaggiose nel futuro. Tuttavia, quando i tassi d’interesse sono aumentati e i prezzi delle case hanno smesso di crescere, molti mutuatari si sono trovati inadempienti, innescando una spirale discendente per le banche e le istituzioni finanziarie.
Infatti, il calvario ebbe inizio quando molte famiglie e aziende non furono in grado di mantenere i loro impegni sui mutui, particolarmente quelli subprime, rischiosi per natura. Questo ha portato a una diminuzione del valore dei derivati associati, lasciando le banche e le istituzioni finanziarie a fronteggiare perdite significative.
Il collasso di Lehman Brothers
Contrariamente alla percezione generale, Lehman Brothers non era immune dal fallimento. La situazione divenne così critica che, nonostante fosse vista come un colosso troppo imponente per crollare, la banca si trovò costretta a dichiarare fallimento nel 2008. Ciò ha avuto effetti a catena, con il collasso di altre grandi entità come AIG, aggravando ulteriormente la situazione e portando all’emergere di una crisi finanziaria di proporzioni mondiali.
Questa tempesta finanziaria non ha risparmiato nessuno. Molte banche in tutto il mondo avevano legato il proprio destino a questi strumenti finanziari complessi, contribuendo all’esplosione di una bomba economica. Il mondo si è trovato di fronte a un sistema che aveva scommesso troppo, spesso a scapito dei mutuatari senza adeguate garanzie. In risposta a questa catastrofe, i governi e le banche centrali si sono mobilitati, introducendo misure per stabilizzare l’economia e rafforzare le regolamentazioni bancarie.
Mentre il 2008-2010 ha visto gli Stati Uniti al centro della tempesta, dal 2011 la crisi si è diffusa in Europa, mettendo a dura prova le economie del Vecchio Continente.
Dove sono adesso i protagonisti del disastro di Lehman Brothers?
Molti di coloro che erano al centro della crisi di Lehman Brothers hanno successivamente abbandonato la ribalta. Richard Fuld, ex CEO di Lehman Brothers, ha avuto la sua quota di critiche ma ha tentato una rinascita attraverso la sua azienda di consulenza, Matrix Advisors. Altri, come Ben Bernanke e Henry Paulson, hanno continuato a influenzare il mondo finanziario in vari modi, contribuendo con la loro esperienza e conoscenze.
Le conseguenze del crollo del 2008
Dopo l’episodio sismico della crisi finanziaria, molte nazioni hanno deciso di rivedere e rafforzare le loro misure regolamentari, soprattutto per le banche di grande dimensione. Queste misure erano principalmente incentrate sul miglioramento dei requisiti di capitale e liquidità, visti come essenziali per prevenire future crisi. Tuttavia, nel 2018, negli Stati Uniti, è stata intrapresa una mossa di deregulation per le banche di dimensioni medie e piccole, semplificando i requisiti per loro.
Recenti fallimenti di banche, come la Silicon Valley e la First Republican, hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla gestione del rischio. Questi problemi sono emersi, in parte, a causa di regolamentazioni allentate. Tuttavia, le risposte delle autorità ai recenti problemi bancari portano con sé l’ombra del fallimento di Lehman, mostrando una crescente comprensione dell’importanza di prevenire un “effetto domino” nei mercati finanziari.
Uno dei casi notevoli nel recente scenario bancario è stato l’intervento del governo svizzero per salvare Credit Suisse. Questo intervento ha impedito che la crisi si trasformasse in una minaccia sistemica globale, mostrando l’importanza della cooperazione tra governi e banche centrali.
La crisi di Lehman Brothers ha cambiato il modo in cui il settore finanziario e le banche centrali vedono le minacce di liquidità. Anche se i meccanismi finanziari che hanno scatenato la crisi, come le cartolarizzazioni, sono ancora presenti, c’è una maggiore consapevolezza delle misure da adottare per prevenire crisi di tale portata.
Crisi cinese e Lehman Brothers: analogie, ma nessuna uguaglianza
Nonostante le numerose somiglianze tracciate tra la recente crisi immobiliare cinese e il fallimento di Lehman, ci sono differenze chiave da considerare. La situazione in Cina è principalmente dovuta a una eccessiva speculazione nel settore immobiliare, mentre la crisi di Lehman è nata dalla problematica dei mutui subprime negli Stati Uniti. Anche se i pericoli sono reali, le autorità cinesi hanno gli strumenti e le risorse per gestire e contenere la situazione.