Cristiano Zanetti conosce bene Inter-Milan. Li ha giocati con la maglia nerazzura dal 2001 al 2006 come un “Martello”, quel soprannome che gli calzava a pennello per i suoi ritmi di gioco e la voglia matta di recuperare palloni. Perchè Zanetti sa qual’è il significato della partita per eccellenza, capace di portarti in paradiso o all’inferno con uno schiocco di dita. Specie ora, dove entrambe le squadre arrivano all’appuntamento in uno stato di forma pazzesco, candidandosi come protagoniste indiscusse del campionato. Luci a San Siro, senza dubbio, ma l’ex centrocampista frena, ci sono altre concorrenti: “Napoli e Juve daranno filo da torcere“. Non solo derby però, in esclusiva a Tag24.it Cristiano Zanetti oltre Inter-Milan ha toccato vari temi, dalla Nazionale all’addio di Mancini, passando ai casi Bonucci e Pogba.
Cristiano Zanetti, arriva Inter-Milan, partita che lei conosce bene. Come ci arrivano le squadre?
“Con un Inter migliore a livello di rosa rispetto ad un Milan che dalla sua offre un ottimo calcio. Possiamo fare tutte le analisi del caso, ma alla fine partite così vengono decise sempre dagli episodi”.
Si candidano entrambe come le principali protagoniste della corsa scudetto?
“Lo sono già, ma guai a pensare che ci siano solo loro. C’è il Napoli di Garcia, ma sopratutto una Juventus che quest’anno giocherà solo una partita a settimana, e questo alla lunga potrebbe essere un fattore. Le coppe europee le vorrebbero giocare tutti, ma il rischio infortuni è più alto e potrebbe incidere sulla stagione”.
Chi può essere il protagonista di Inter-Milan?
“Non c’è un nome preciso, ti direi gli attaccanti in generale, la decidono loro di solito. Da una parte il Milan con Leao e Giroud, dall’altra un Lautaro Martinez in formissima, senza dimenticare Thuram“.
Questa partita servirà da monito per le avversarie in Champions di entrambe? Inter e Milan possono arrivare in fondo alla competizione?
“Assolutamente, hanno due rose competitive, l’Inter lo ha anche dimostrato l’anno scorso nella finale con il Manchester City. E’chiaro che conta anche la componente fortuna in Europa, bisogna sfruttare gli episodi appena si presentano e i giocatori più performanti devono arrivare all’appuntamento nel modo giusto”.
Chi preferisce tra Inzahi e Pioli?
“Sono due ottimi allenatori, sanno sfruttare al meglio le caratteristiche dei propri giocatori, sono entrambi bravi. L’Inter ha qualcosa in più a livello di rosa, più importante di quella del Milan”.
Immergiamoci in campo. Nell’Inter c’è un Frattesi carico dopo la doppietta in Nazionale. Lo schiererebbe titolare?
“E’ un giocatore importante, ma sinceramente ad oggi non saprei chi togliere dal centrocampo titolare. Calhanoglu, Mkhitaryan e Barella sono dei nomi importanti, difficile pensare di levarne uno dal campo. Frattesi deve continuare a lavorare e far bene per conquistarsi il posto, e non sara semplice perchè il centrocampo dell’Inter ad oggi è incredibile”.
A proposito di Italia, giudizio sulla Nazionale di Spalletti?
“Il mister può far bene. Oltre ad essere un grande allenatore è anche un uomo appassionato. Sono convinto che già adesso starà pensando agli errori che ha visto in campo e come poter trovare la giusta soluzione. Non è un allenatore che stacca, si immerge nel lavoro quotidianamente”.
Ha fatto già dimenticare Mancini…
“Roberto ha fatto le sue scelte, ha avuto i suoi motivi. Sicuramente il lato economico ha pesato, ma credo che ci sia stato altro”.
Cioè?
“Non penso che quella araba sia stata la prima offerta pervenuta a Mancini. Credo che dopo l’Europeo qualcuno si sia fatto avanti per lui, senza però riuscire a portarlo via. Forse qualcosa è cambiato a livello di rapporti con la Federazione, perchè a prescindere dai soldi arabi gli allenatori guadagnano comunque cifre importanti, quindi non può essere solo un motivo economico. Per come lo conosco io, il fatto di non essersi qualificato per il Mondiale potrebbe aver pesato a livello personale, come se non sentisse la situazione in pugno“.
In casa Juventus hanno fatto rumore le parole di Bonucci. Chi ha ragione?
“Di questi casi ce ne sono tantissimi. Potevano chiarirsi meglio, ma è anche vero che quando vedi che la società non punta su di te devi guardarti intorno, senza intestardirti nel voler rimanere nello stesso ambiente“.
Ha detto che sarebbe rimasto in bianconero anche per fare da chioccia agli altri
“Io conosco i calciatori, e penso che si taglierebbero una gamba pur di giocare sempre (ride ndr). Non ho mai sentito durante la mia carriera qualcuno che accettasse la panchina tranquillamente. Se uno lo merita gioca, io almeno ragionavo cosi. Ho giocato con tantissimi compagni che mai avrebbero accettato il ruolo di chioccia senza giocare, e uno come Bonucci non penso avrebbe accettato di buon grado la panchina per tutta la stagione”.
Che idea si è fatto sul caso Pogba?
“E’ una situazione strana. Penso che lui, venendo da tutti questi infortuni e non riuscendo a recuperare, le abbia provate tutte. In quel momento lì quando vuoi rientrare e tutti ti aspettano, fai di tutto per rientrare”.
Sembra che abbia fatto un pò troppo però
“Certamente, ma non penso lo abbia fatto per aumentare le prestazioni ma per tentare di mettere la parola fine a tutti questi infortuni, peccando di superficialità. E’ stato mal consigliato“.