Distruggevano le salme o le spostavano in loculi diversi da quelli inizialmente assegnati, al fine di far spazio ai nuovi defunti: questo il malaffare che ha colpito il cimitero di Cittanova, a Reggio Calabria, protagonista di un giro di estumulazioni illegali. L’indagine della polizia ha condotto a 16 arresti e ad una settantina di indagati.

Gli imputati hanno tenuto in piedi la loro attività illecita al campo santo locale per diversi anni. Il tutto ha visto il coinvolgimento anche dell’ex custode del cimitero, attualmente in pensione, e tre imprenditori locali, amministratori di due imprese di onoranze funebri. Per procedere adeguatamente con le indagini e individuare eventuali altri coinvolti, i Carabinieri del gruppo di Gioia Tauro hanno sequestrato un’area del cimitero.

Estumulazioni illegali a Cittanova: gestione parallela del cimitero

È una vera e propria associazione a delinquere quella individuata dagli inquirenti. Il tutto gravitava attorno ad una gestione parallela (e illecita) del cimitero del Comune, che scavallava completamente i necessari controlli e direttive degli organi competenti. Oltre ai quattro arresti a Reggio Calabria, sono volate manette anche nei territori di Milano e Vicenza.

Per il momento però, l’ex custode del cimitero in cui avvenivano queste estumulazioni fuori programma e i tre imprenditori locali coinvolti nella gestione parallela dello stesso sono gli unici ad essere finiti in carcere, dove sono trattenuti in custodia cautelare. Gli arresti sono esito di un’ordinanza mezza dal Gip su richiesta del procuratore di Palmi, Emanuele Crescenti. Gli altri 12 accusati sono invece agli arresti domiciliari, mentre per il resto degli indagati si delineerà nelle prossime ore il grado di responsabilità nella vicenda e, dunque, la pena richiesta.

Lo stesso Crescenti sarà impegnato oggi, alle 10:30, in una conferenza stampa presso il Comando Provinciale, dove spiegherà i dettagli dell’operazione che ha condotto allo smantellamento di questa attività illecita presso il cimitero di Cittanova, con tanto di distruzione delle salme senza il doveroso via libera del Comune.