Superbonus, senza la proroga del 110% è in arrivo un’alternativa per non perdere i crediti d’imposta sulle spese già fatte. La soluzione potrebbe arrivare per i bonus sui lavori di efficientamento energetico e di ristrutturazione relativi alle parti comuni dei condomini e alle unità abitative sugli interventi già partiti.

Proprio nei giorni scorsi, il governo ha fatto sapere di non voler prorogare ulteriormente la data di scadenza del superbonus, nonostante il pressing delle associazioni di settore che spingono per tre o sei mesi di prolungamento della scadenza nel 2024. La proroga consentirebbe di poter portare a termine i lavori già avviati e di poter agevolare le relative spese con la percentuale del 110%, impedendo che quest’ultima possa abbassarsi al 70% che sarà in vigore a partire dal 1° gennaio 2024 e al 65% dal 2025.

Superbonus, senza proroga del 110% c’è l’alternativa per non perdere i crediti e salvare le spese già sostenute

A tal proposito, si stanno facendo le dovute valutazioni sulla salvaguardia del superbonus 110% dei condomini, al fine di scongiurare il rischio di blocco dei cantieri e conseguenze di perdita per le aziende del settore delle costruzioni.

Infatti, l’eventuale blocco del bonus al 110% sui condomini, come sostenuto dal ministro dell’Economia e delle Finanza Giancarlo Giorgetti due giorni fa, potrebbe avere tra gli effetti la mancata chiusura dei cantieri da parte delle imprese che, nonostante il portafoglio pieno dei lavori, hanno attualmente scarsa liquidità per effetto del blocco della cessione dei crediti d’imposta.

Per i committenti, essenzialmente contribuenti privati e condomini, si tratterebbe invece di non riuscire a coprire la totalità delle spese agevolate mediante il bonus del 110% che, peraltro, in vari casi, significherebbe poter ottenere anche lo sconto in fattura o la cessione dei crediti senza dover attendere i tempi più lunghi della detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi.

Superbonus senza proroga 110%, quale scenario per i condomini e le imprese?

Contribuenti e condomini, in caso di mancata proroga del superbonus al 110% dopo il 31 dicembre 2023, potrebbero non essere in grado di sostenere il 30% delle spese risultanti dalla differenza tra i costi sostenuti e il 70% di agevolazione in vigore dal prossimo 1° gennaio. In questa situazione, il governo potrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di varare una norma ad hoc per salvaguardare i lavori già partiti, almeno per i crediti d’imposta relativi alle spese che i contribuenti hanno già sostenuto. Infatti, per i committenti dei lavori si prospetta anche lo scenario peggiore in caso di mancata proroga del bonus 110%, ovvero quello dell’impossibilità di smaltimento dei crediti d’imposta che si sono già accumulati.

Su tali crediti i contribuenti non riescono a esercitare la relativa cessione verso i soggetti a regime controllato (essenzialmente, istituti bancari, assicurativi e intermediari finanziari), proprio per l’esaurimento del plafond di spesa delle banche.

Ipotesi proroga bonus edilizi, a quali condizioni per i condomini?

Una nuova norma per salvare i crediti d’imposta del superbonus con agevolazione del 110% potrebbe, quindi, arrivare nelle prossime settimane. All’interno della maggioranza si stanno facendo alcuni ragionamenti in merito alle pesanti conseguenze per le imprese e per i cosiddetti “esodati del superbonus” in caso di blocco del bonus più redditizio sui lavori di ristrutturazione.

Nelle ultime settimane si sono fatte ipotesi di proroga – poi bocciate dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti – di tre o sei mesi nel 2024, con una percentuale di completamento dei lavori che l’Ance stima al 30% entro la fine del 2023. Tuttavia, a fronte di questa ipotesi, il governo aveva già preso in considerazione altri parametri di proroga molto più restrittivi: lo slittamento della scadenza sarebbe limitato a tre mesi per i cantieri giunti al 60% o 70% del completamento dei lavori. Inoltre, non si andrebbe oltre il 31 ottobre quale data alla quale maturare questi criteri.