In Italia e nel mondo crescono sempre più gli attacchi informatici. È Pierguido Iezzi, esperto di cyber sicurezza e autore del volume Cyber e potere, a restituire l’immagine di un mondo digitale sempre più tormentato da infiltrazioni indesiderate e manomissioni. Secondo Iezzi, il numero degli attacchi cibernetici sarebbe spaventosamente lievitato negli ultimi mesi, fino a raggiungere +185% rispetto all’anno precedente.
L’esperto traccia anche un quadro di quali siano le vittime maggiormente interessate da questa nuova forma di attacchi: nell’80% dei casi recenti, nel mirino degli hacker ci sono finite le piccole e medie imprese. Iezzi spiega anche in che modo si compone, normalmente, un attacco informatico:
Ogni attacco informatico nasce da una fase di ricognizione in cui l’attaccante cerca di identificare una serie di informazioni, pubbliche e semi pubbliche, che terzi hanno pubblicato e hanno reso disponibili.
In questo volto negativo che la nostra dipendenza dalla tecnologia ci sta dimostrando, l’Italia partecipa a pieno titolo: il nostro Paese è addirittura il terzo Stato più colpito da attacchi cibernetici (ben 174.608.112 malware intercettati): peggio di noi, solo Stati Uniti e Giappone.
Attacchi informatici in Italia, come possiamo difenderci?
La situazione è ovviamente critica, anche perché, a fronte di un uso sempre più diffuso della tecnologia e dei sistemi informatici, pochissimi sono davvero in possesso delle conoscenze necessarie a riconoscere un attacco di hacker ed evitarlo. Visto l’ingente numero di malware intercettati in Italia nel corso di quest’anno, è utile prima di tutto comprendere cosa sia effettivamente un malware.
Si tratta di applicazioni dannose o codici che agiscono compromettendo o addirittura interrompendo il normale utilizzo dei dispositivi. Ad esempio, se un cellulare viene infettato da un malware, l’utente potrebbe riscontrare problemi nell’accedere ai suoi dati, che sarebbero allora compromessi: per tornare in pieno possesso del proprio dispositivo è necessario pagare un riscatto. Spesso, questo tipo di attacco viene perpetrato tramite false e-mail o siti web dannosi, difficili da riconoscere come tali.
Ma allora, come ci si difende? Secondo il Ministro delle Imprese e del Made in Italy (Ministero tra l’altro vittima di un importante attacco informatico nel maggio del 2023), Adolfo Urso, è necessario che i cittadini ricevano una costante educazione su quest’altra faccia della medaglia, decisamente negativa, della digitalizzazione.
Dobbiamo partire da un tema di formazione e informazione dei cittadini, è questo il primo passaggio per educare i gli utenti ma anche i dipendenti delle aziende sempre più vittima degli attacchi informatici.
Ha detto il Ministro.
Urso: “Investire sulla cultura del rischio digitale”
Il quadro tracciato da Iezzi sugli attacchi informatici ha attirato l’attenzione del Ministro del Made in Italy, che ora intende orientare l’azione del suo dicastero verso la prevenzione e l’alfabetizzazione digitale:
Siamo partiti in ritardo rispetto ad altri Paesi ma stiamo cercando di recuperare per mantenere il passo per garantire una tutela ai cittadini che oggi devono avere a che fare anche con minacce informatiche. Stiamo cercando di investire molto sulla cultura del rischio digitale e questo è un elemento che deve pervadere qualsiasi persona perché nel momento in cui si aumenta la consapevolezza del rischio si inizia a tratteggiare una strategia. Abbiamo tanti strumenti ma bisogna cercare di semplificare e investire nelle capacità di miglioramento.