Massimo Ferrero nella trasmissione di Radio Cusano Campus e Cusano Italia tv ‘Ferrero non solo sport’ sposa la causa di Massimo Cellino nei confronti di Andrea Radrizzani. Secondo l’imprenditore romano, l’attuale presidente della Sampdoria ed ex proprietario dei Leeds deve restituire i soldi che il patron biancoblu in passato gli aveva prestato.

Ferrero: “Sto con Cellino. Radrizzani ha un debito che deve onorare”

Nella trasmissione di Radio Cusano Campus e Cusano Italia Tv condotta da Massimo Ferrero e Debora Carletti, l’ex presidente della Sampdoria ha detto la sua sull’affondo di Massimo Cellino nei confronti di Andrea Radrizzani, avendo quest’ultimo un debito nei suoi confronti pari a 9,6 milioni di sterline.

“Penso che Cellino abbia ragione. Se hai un debito lo devi onorare. Sinceramente Radrizzani neanche con me si è comportato tanto bene. Ora sembra quasi che voglia fare un film sul salvataggio della Sampdoria, ma lui non ha salvato niente. Voglio ricordare che ha preso la Sampdoria con i soldi del paracadute, poi ha pagato gli stipendi vendendo anche un po’ di giocatori. Sono io che mi sono accollato 200 milioni di debiti, ma nonostante questo mi sono venuti a dire che la Samp l’ho pagata un euro. A Genova e non solo mi hanno fatto nero, perché avevo le garanzie di Garrone. Mi auguro che si risolva questo problema soprattutto per i tifosi della Sampdoria”.

Ferrero: “Ho sbagliato a dichiarare la mia fede romanista”

Massimo Ferrero dopo la discussione Cellino-Radrizzani, ricorda quali sono stati gli sbagli più grandi che ha commesso durante la sua carriera.

“Di errori nella carriera ne ho fatti tanti ma gli sbagli li fa chi lavora. La mia romanità accentuata non è stata gradita e io invece di fare un passo indietro e cercare di capire, ho continuato ad essere così com’ero. Dunque ad oggi dico: ‘Mai nella vita calcistica presentare un Ferrero che dice quello che pensa. È sbagliato. In questo paese non c’è merito. La meritocrazia non esiste, mi hanno addossato tante colpe. La verità è che io ho commesso due grandi errori.

Il primo: dire che ero romanista. Un presidente di una squadra non può permettersi il lusso di ‘svelare’ il team che ha sempre sostenuto sin dalla giovane età. Nonostante poi il cuore sia stato sempre collegato alla Samp.  

Il secondo errore è stato dire che l’inno non mi piaceva. Un errore che mi è costato caro”.