Il Senato ha approvato, con 141 voti favorevoli, nessun contrario e nessun astenuto, il disegno di legge che regola l’avvio di un programma diagnostico in grado di individuare il diabete di tipo 1 e la celiachia in età pediatrica.

Il testo, approvato già dalla Camera, fissa ora l’avvio del programma pluriennale di screening su base nazionale a partire dal 2024.

Giovanni Cammarota, specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva, direttore dell’ Unità Operativa Complessa di Gastroenterologia presso il Policlinico Agostino Gemelli di Roma ha commentato la buona notizia:

“Ben venga questa nuova legge: la prevalenza della celiachia nella popolazione italiana è cresciuta. Fino a poco tempo fa si stimava a un caso su 100 persone, ora siamo a uno su 60-70 circa. Intercettare questa patologia precocemente è fondamentale, e oltretutto chi ha il diabete di tipo 1 ha anche un maggior rischio di celiachia. Si tratta di un elemento positivo che ci aiuterà a individuare e trattare precocemente i pazienti. Oltretutto oggi è diventato molto facile fare una diagnosi di celiachia: basta un’analisi del sangue”.

Legge diabete celiachia: investiti più di 3 milioni di euro

Per il programma di screening sono stati investiti 3,85 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025 e 2,85 milioni di euro annui a patire dal 2026.

La legge prevede inoltre l’istituzione di un Osservatorio ad hoc e la creazione di campagne periodiche di informazione e di sensibilizzazione sull’importanza della diagnosi precoce in età pediatrica. A disposizione per questo 150.000 euro annui a decorrere dal 2024.

In Italia sono circa 300.000 i pazienti a cui è stato diagnosticato un diabete di tipo 1 ed il 10% di questi ha meno 18 anni. Al momento l’unico trattamento possibile è quello basato sull’insulina.

La celiachia rappresenta invece una patologia in netta crescita. Nel nostro Paese si stimano 600 mila persone colpite da questa patologia a fronte di oltre 233.000 ad oggi diagnosticati.

Per questo infatti la diagnosi precoce sia del diabete sia della celiachia sarebbe un’importante forma di prevenzione delle complicanze, anche gravissime, che invece una diagnosi tardiva può portare.

L’appoggio di pediatri e diabetologi

Dopo l’approvazione del disegno di legge un plauso arriva anche dai pediatri di famiglia (Fimp) e dai diabetologi.

Antonio D’Avino, presidente nazionale Fimp, ha infatti sottolineato “che questa misura rappresenterà un valido strumento per la diagnosi precoce e la prevenzione delle due patologie”.

Anche Raffaella Buzzetti, presidente eletta della Società italiana di diabetologia (Sid) e professoressa ordinaria di Endocrinologia all’Università La Sapienza di Roma ha dichiarato:

“È una legge di grande importanza, perché l’identificazione precoce dei soggetti a rischio elevato per diabete di tipo 1 può prevenire l’insorgenza del diabete in gravi condizioni cliniche tali da richiedere il ricovero in ospedale e da mettere a serio rischio la vita del bambino. Questa eventualità si può infatti verificare, non sapendo il soggetto di essere a rischio”.

Il diabete di tipo 1 è infatti una patologia cronica, autoimmune che dipende da un’alterazione del sistema immunitario. Questo tipo di diabete comporta la distruzione delle cellule del pancreas che producono insulina ovvero l’ormone che regola i livelli di glucosio nel sangue e proprio per questo la prevenzione precoce diventa di importanza cruciale, soprattutto alla luce dei numeri in crescita.

“L’incidenza e la prevalenza del diabete di tipo 1 stanno aumentando nel mondo e anche in Italia. In particolare, secondo il registro italiano Ridi sono aumentate negli ultimi anni di circa il 3% e la prevalenza nella fascia di età 0-18 anni è di un caso su mille individui”.

Anche la celiachia è una malattia importante da prevenire. Secondo le ultime stime registrate dalla Società Italiana Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica (Sigenp), in Italia ne è colpito un bambino su 60, ma 6 su 10 restano senza diagnosi.

Questo dato è tra i più alti al mondo. Per questo è necessario aumentare le diagnosi in modo da prevenire conseguenze a lungo termine.