La pazienza è finita. Gli abitanti di Lampedusa non possono più trattenere la rabbia e la frustrazione di fronte a quello che sta succedendo sull’isola siciliana. La situazione legata agli sbarchi è fuori controllo, con settemila migranti ammassati nelle zone adiacenti al porto e nel centro città. Dalle motovedette ai barchini: sono tanti i modi attraverso cui raggiungono la terra ferma in cerca di salvezza.
Lo stato di degrado sul molo Favarolo è evidente e i pescatori sono preoccupati. “Questo è un traffico di carne umana“, afferma uno di loro intervenendo ai microfoni di Tag24.it. La situazione sembra essere destinata a peggiorare, con i migranti che cercano riparo dal grande caldo: “Non gli danno acqua – continua il pescatore – e li lasciano sotto il sole. Sono scalzi, urinano e cagano lì, tutti i giorni si verifica la stessa storia. Oggi ne arriveranno altri 5/6 mila. Qui non ce la facciamo più, è peggio del 2011″.
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Interviste dell’inviata Ludovica Iacovacci
Migranti, gli abitanti di Lampedusa: “Lo Stato? Non aiuta loro, figurati se pensa a noi”
Tra le questioni più allarmanti c’è anche il turismo, che potrebbe risentire dell’emergenza sulle coste dell’isola. La conferma arriva anche dai residenti: “La stagione turistica è ormai finita. La gente che aveva prenotato ha disdetto i voli: chi vuole venire in vacanza e invece trova questo schifo? Ci sono barche abbandonate sulle spiagge, perché i migranti sbarcano anche sulle coste e non solo qui al molo. Altri due giorni e qua moriamo tutti di fame perché non lavoriamo più”.
Non manca poi un attacco diretto al Governo, che sta faticando a contenere i frequenti sbarchi: “Lo Stato vi aiuta? Ma chi aiuta, non aiuta i migranti figurati se pensa a noi. Noi siamo abbandonati”.
Lampedusa, i residenti: “Su ogni barchino almeno 30/40 migranti”
Il pescatore intervistato conferma anche l’invasione all’interno del centro città: “Ieri hanno occupato le strade ed era successo anche nel 2011. In quel caso però avevano anche rubato, mentre ora stiamo parlando di gente che vuole solo scappare dalla guerra. La popolazione di Lampedusa li accoglie e li aiuta, più di così non possiamo fare”.
Gli sbarchi, nella maggioranza dei casi, avvengono attraverso dei barchini mal ridotti, abbandonati in mare e al molo: “I barchini li fabbricano nel loro Paese, in Libia e in Tunisia. Sono quattro pezzi di lamiera saldata – conferma l’intervistato – e su ognuno di questi ci sono 30/40 persone. Ora le condizioni del mare sono buone, ma quando c’è maltempo molti rischiano di annegare”.
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