Volete sapere dove si pagano gli stipendi più alti e più bassi in Italia? La Lombardia, con Milano come sua punta di diamante, emerge come la regione dove le retribuzioni toccano i vertici in Italia. Milano, in particolare, presenta uno stipendio annuo medio di 35.724 euro, secondo i dati forniti dal Geography Index di JobPricing. Questo indice ha analizzato una vasta gamma di profili retributivi – ben 600.000 – di lavoratori dipendenti in aziende private tra il 2014 e il 2022.

Stipendi più alti in Italia in Lombardia, ma la vita costa cara

Tuttavia, guadagnare di più non significa necessariamente avere una maggiore capacità di acquisto. Milano, pur vantando alti stipendi, ha anche dei costi di vita elevati. L’indice immobiliare mostra che il prezzo medio al metro quadro per un’abitazione a Milano si aggira sui 6.000 euro, ben superiore alla media nazionale di 1.980 euro. Allo stesso modo, fare la spesa in città è oneroso, costando circa il 41% in più rispetto a città come Napoli.

Quali sono le regioni con gli stipendi più alti in Italia

La Lombardia, come detto, conferma la propria leadership in Italia quando si parla di stipendi più elevati. Seguono il Trentino Alto Adige con 31.501 euro e il Lazio, trainato principalmente dalla capitale, Roma, che presenta una retribuzione media di 32.157 euro. Quest’ultima cifra è leggermente inferiore a quella di Milano, con una differenza di circa 3.000 euro.

L’Italia presenta notevoli disparità salariali tra il Nord e il Sud. La maggior parte delle regioni che superano la media nazionale di 30.830 euro si trova nel Nord. Tra queste, oltre alle già menzionate Lombardia, Trentino Alto-Adige e Lazio, si trovano la Liguria (30.620 euro), l’Emilia Romagna (30.276 euro), il Piemonte (30.273 euro), la Valle D’Aosta (30.193 euro), il Friuli Venezia Giulia (29.978 euro) e il Veneto (29.576 euro).

Quali sono le regioni con gli stipendi più bassi in Italia

Nella parte opposta della classifica, diverse regioni del Sud Italia presentano stipendi inferiori alla media nazionale. In particolare, le regioni con i salari più bassi sono: Campania (27.015 euro), Puglia (26.618 euro), Molise (26.524 euro), Sardegna (26.486 euro), Sicilia (26.205 euro), Calabria (25.698 euro) e Basilicata (25.317 euro).

Differenze retributive tra Nord e Sud Italia

Il panorama retributivo italiano mostra un marcato divario tra le regioni settentrionali e quelle meridionali. Se si considerano centri come Trieste e Bolzano, il guadagno annuo medio si aggira intorno ai 33mila euro. Al contrario, città come Sassari e Crotone, mostrano una differenza significativa, con stipendi che si posizionano intorno ai 25mila euro annui.

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La differenza retributiva tra il Nord e il Sud Italia, non certo una novità, evidenzia l’urgenza di affrontare la questione della distribuzione della ricchezza nel Paese. I dati suggeriscono che, pur essendo la Lombardia la regione con la retribuzione media più alta, è anche una delle regioni con il più alto costo della vita. Queste disparità salariali sono indicative delle diverse opportunità economiche e delle sfide che le varie regioni d’Italia, e soprattutto chi vi è residente, affrontano quotidianamente. Chi vive e lavora al Sud ha le stesse possibilità economiche e sociali di chi vive e lavora al Nord?

Le città italiane con gli stipendi più alti e più bassi

Nell’analisi dei centri urbani italiani, emergono Milano, Trieste e Bolzano come leader in termini di stipendi. Seguono quindi Roma, Genova e Parma. Non bisogna dimenticare Torino, Monza e Varese, che insieme a Bologna e altre città, completano la top ten italiana in termini di retribuzione.

Contrariamente, alcune città mostrano stipendi nettamente inferiori alla media. Tra queste, spiccano Agrigento, Lecce e Rieti. Anche Taranto, Matera e Nuoro si trovano in questa fascia. Ciò mette in evidenza l’esistente disparità economica tra diverse zone del Paese.

Le Regioni italiane con gli stipendi più alti

Nella seguente tabella andiamo a vedere la classifica delle regioni con gli stipendi medi più alti (al 2022), la retribuzione globale annua rilevata e le variazioni rispetto alla classifica precedente (2021).