La criminalità ha quasi completato la sua migrazione verso altri lidi, a cominciare dalle nuove tecnologie: la conferma arriva nell’ultima relazione semestrale della Dia sul nostro Paese.

I malviventi, dunque, non si sporcano più le mani e guardano maggiormente ad affari e investimenti. La Direzione investigativa antimafia sottolinea infatti come le mafie preferiscano “rivolgere le proprie attenzioni ad ambiti affaristico-imprenditoriali”. Negli investimenti, i clan approfittano “della disponibilità di ingenti capitali accumulati con le tradizionali attività illecite”.

Dal rapporto si evince come la malavita stia dimostrando “di saper stare al passo anche con le più avanzate strategie di investimento”. L’esempio più calzante sono “le opportunità offerte dai fondi pubblici nazionali e comunitari”, come il Recovery Fund e il Pnrr.

Tali attività si affiancano a quelle più “tradizionali”: narcotraffico, estorsioni, sfruttamento della prostituzione e lavoro clandestino. Illeciti che non solo “generano ingenti profitti” ma compromettono anche “le regolari dinamiche di mercato”.

Relazione Dia sulla criminalità, tra i nuovi obiettivi c’è il metaverso. Sequestri milionari nel 2022: beni per quasi 124 milioni

Oltre all’attenzione per gli affari, uno dei nuovi obiettivi è quello del metaverso, dalle piattaforme criptate agli NFT. Uno scenario per il quale le forze dell’ordine non devono farsi cogliere impreparate. Del resto le mafie, spiega la Dia, “hanno a loro disposizione tecnologie e tecnici di altissima specializzazione“.

Per quanto riguarda i sequestri, la Dia sottratto beni per quasi 124 milioni di euro in tutto il 2022. Destinatarie dei provvedimenti la ‘ndrangheta, cosa nostra, la camorra e altre organizzazioni criminali.

Menzione particolare per il crimine organizzato di matrice etnica, ormai stabile nello scenario nazionale. Tra le organizzazioni straniere sul suolo italiano spiccano quelle albanesi, dall'”alta pericolosità e forte incidenza nelle attività illegali”. Queste associazioni a delinquere sono particolarmente specializzate nel traffico di droga e armi.

Da non sottovalutare anche la criminalità nigeriana, che “ha replicato nel continente europeo” i modelli costituiti nel proprio Paese, le consorterie cinesi e i collettivi romeni, sudamericani e balcanici.

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