Sean Penn si prepara a presentare Superpower, il documentario incentrato sul conflitto russo-ucraino, diretto in collaborazione con Aaron Kaufman, che uscirà in esclusiva su Paramount+ negli USA il 18 settembre.
In occasione del lancio del documentario, l’attore-regista ha rilasciato una lunga intervista per Variety in cui si sofferma su svariate tematiche che oggi interessano il mondo del cinema. Dalla controversia argomentazione che riguarda il futuro di Hollywood con l’uso dell’Intelligenza Artificiale, al trattamento riservato a Will Smith a seguito del clamoroso episodio in cui ha schiaffeggiato Chris Rock durante la premiazione Oscar 2022, Penn non esita a nascondere il suo punto di vista critico e provocatorio.
Sean Penn contro le intelligenze artificiali
Il mondo del cinema vede sempre più vivo e aperto il dibattito in merito all’uso dell’Intelligenza artificiale. Tra gli esponenti più provocatori, nelle ultime ore, si è fatto avanti l’attore Sean Penn (63 anni, Santa Monica), che ha rilasciato una lunga intervista per Variety nella quale ha affrontato l’argomento, definendo totalmente amorale l’uso dell’AI.
Si tratta di un tema complesso, che ha scatenato polemiche e diverse reazioni da parte del mondo Hollywoodiano, ma su cui l’attore ad oggi non nutre alcun dubbio. Si schiera contrario e mette in risalto una serie di provocazioni che vogliono dimostrarle il motivo per cui non bisognerebbe neanche avere il permesso di utilizzare l’aspetto o le voci degli attori senza che questi abbiano dato il loro consenso.
Quando a Penn è stata chiesta un’opinione sugli scioperi di Hollywood, si è subito mostrato furioso e ha dichiarato a Variety il suo punto di vista, portando in argomentazione un paragone che lascia riflettere:
“Quindi volete le mie scannerizzazioni, i dati relativi alla voce e tutto il resto. Ok, ecco cosa penso sia giusto: voglio quelli di tua figlia perché voglio creare una sua replica virtuale e invitare i miei amici a fare quello che vogliamo in un party virtuale. Potresti guardare in camera e dirmi che va bene?”.
Ovviamente no, nessuno potrebbe affermare che queste condizioni sono moralmente corrette, ed è proprio su questo punto che Penn tiene ad insistere.
Un esempio paradossale, quello dell’attore premio Oscar, volto proprio a mettere in risalto l’immoralità e la “disumanizzazione” nel passare ad una procedura del genere per il mondo del cinema.
L’attore ha poi aggiunto le sue precisazioni:
“Non è una questione di affari. È una proposta indecente. Il fatto che lo facciano e non vengano rimproverati, per questo è offensivo. Questa ha veramente a che fare con la moralità: una mancanza di moralità”.
Sean Penn parla dello schiaffo di Will Smith a Chris Rock agli Oscar
Sean Penn, in occasione della sua lunga intervista per Variety, è tornato a parlare del fatidico momento in cui Will Smith è salito sul palco degli Academy Awards, agli Oscar nel marzo 2022, e ha schiaffeggiato Chris Rock. Penn non si trova affatto in accordo con le generali “conseguenze” a seguito dell’episodio.
Si tratta della cerimonia di premiazione più prestigiosa del mondo del cinema e, nonostante lo scandalo, Will Smith ha ritirato il suo premio come miglior attore protagonista per il ruolo nel film Una famiglia vincente – King Richard. Oltre ad aver portato sul palco un memorabile discorso, ha avuto anche la possibilità di partecipare all’afterparty per celebrare la sua vittoria.
Penn ha precisato:
“Non conosco Will Smith. L’ho incontrato una volta. Sembrava molto gentile quando l’ho incontrato. Era così dannatamente bravo in ‘King Richard. E Allora perché cavolo hai sputato addosso a te stesso e a tutti gli altri con questa cosa stupida?”
L’attore si ferma poi per fare un riferimento a se stesso. Consideriamo che anche l’attore ha attraversato, in particolare nel suo periodo di relazione con la cantante Madonna, nel 1987, controversie che riguardano violenze domestiche e aggressioni sul set.
Secondo quanto riferisce il Los Angeles Times dell’epoca, infatti, Il 2 aprile 1987 Penn è stato condannato a 60 giorni di carcere dopo aver preso a pugni sul set una comparsa del film Colors, diretto da Dennis Hopper.
L’addetto ai lavori stava fotografando l’attore senza il suo consenso e Penn sarebbe andato su tutte le furie. Nell’effettivo si è ritrovato a scontare in carcere 33 giorni di pena per questa aggressione.
E dunque, durante l’intervista a Variety, l’attore mette a confronto la sua situazione con quello che è successo a Smith durante la premiazione degli Oscar 2022, evidenziando quello che si è ritrovato a pensare in quella circostanza:
“Perché sono andato in prigione, cazzo, per quello che hai fatto, e tu (invece) sei ancora seduto lì? Perché state tutti in piedi ad applaudire il suo momento peggiore come persona?”
Riferendosi a Will Smith.
Penn ha affermato che l’episodio non si sarebbe verificato se il leader ucraino Volodymyr Zelensky fosse stato presente alla cerimonia:
“Questa fo**uta stron*ata non sarebbe accaduta con Zelenskyj. Will Smith non avrebbe mai lasciato quella sedia per prendere parte a una stupida violenza”,
ha spiegato Penn, lasciando intendere che Smith non si sarebbe sentito a suo agio nel compiere un’azione così sfacciata in presenza di una figura così nota e rispettata in quel momento delicato.
Sean Penn, l’idea di un film su Zelensky oltre il documentario Superpower
Nelle ultime settimane si è parlato molto di Superpower, il documentario di Sean Penn, prodotto da See It Now Studios e Paramount che arriverà su Paramount+ e vedrà il suo debutto il 18 settembre.
Questo documentario, che Sean Penn ha diretto con Aaron Kaufman, si concentra sulla lotta dell’Ucraina per ottenere la sua libertà dalla Russia.
E’ ormai noto a tutti quanto l’attore, a seguito dell’attacco russo del febbraio del 2022 contro l’Ucraina, si sia impegnato attivamente per la causa, ottenendo anche i ringraziamenti del presidente Volodymyr Zelens’kyj.
Penn ha parlato a Variety dell’idea di un film (e non di un documentario) dedicato al presidente ucraino:
“Oggi, il miglior film del cinema mondiale vincitore agli Academy Awards, ed è disponibile e sottotitolato… sulla storia di Zelenskyj, mi piacerebbe vederlo, ma non c’è motivo per cui dovrei farlo. Ci sono grandi registi ucraini e ora siamo pronti a vedere film in lingue straniere, quindi penso che ci sia una bella storia da raccontare a riguardo, ma non sarebbe mia”.