L’indennità di disoccupazione Naspi spetta ai lavoratori che hanno perso involontariamente il lavoro: anche per il 2023, ci sono alcuni eventi che portano alla decadenza e alla sospensione della prestazione.

Si tratta di tutti quei casi o quegli eventi che possono verificarsi durante il periodo di fruizione dell’indennità.

Nel testo, spiegheremo quando spetta la Naspi, e quali sono tutti i casi di decadenza o di sospensione della indennità.

Decadenza e sospensione della Naspi 2023, quando può avvenire

La Naspi è una prestazione economica, un’indennità di disoccupazione, che spetta ai lavoratori che perdono involontariamente il proprio lavoro.

Quando spetta la Naspi? I requisiti sono fondamentalmente due. Il richiedente deve:

  • Aver maturato almeno 13 settimane di contribuzione durante gli ultimi quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione;
  • Essere disoccupato.

Naturalmente, ci sono ben altri requisiti da rispettare.

Ci sono diverse cause o eventi che possono portare alla decadenza dal diritto di ricevere la prestazione. La Naspi decade in questi casi:

  • Assunzione o lavoro autonomo/parasubordinato;
  • Pensionamento e assegno ordinario di invalidità;
  • Assenza agli avvisi di orientamento;
  • Perdita dello stato di disoccupazione.

La Naspi può essere anche sospesa, quando si verifica l’inizio di un rapporto di lavoro (fino a sei mesi) con reddito annuo superiore a quello minimo escluso da imposizione fiscale (euro 8.174,00).

Quando si perde lo stato di disoccupazione

Uno dei requisiti fondamentali per fruire della Naspi è lo stato di disoccupato. Una condizione che deve essere mantenuta per tutta la durata della prestazione, se non con qualche eccezione che, come abbiamo visto, porta alla sospensione della Naspi.

Lo stato di disoccupazione presuppone, quindi, l’assenza di un impiego, la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro e anche la stipula di un patto di servizio.

Pertanto, la perdita dello stato di disoccupazione comporta la decadenza dell’indennità di disoccupazione.

Decadenza della Naspi in caso di pensionamento

La Naspi è un’indennità che serve per garantire un sostegno economico ai lavoratori che si trovano, temporaneamente, senza un lavoro. Pertanto, i lavoratori che raggiungono i requisiti per andare in pensione, sia anticipata che di vecchiaia, decadono dal diritto di spettanza della Naspi.

In casi come questi, infatti, sono gli stessi enti previdenziali che si fanno carico del mantenimento economico del lavoratore, tramite la corresponsione della pensione.

Un discorso simile si può fare anche per coloro che accedono al diritto di percepire l’assegno ordinario di invalidità.

L’assenza agli avvisi di orientamento porta alla decadenza del sussidio

Un’altra causa che può portare alla perdita del diritto di ricevere la Naspi è l’assenza agli eventi di orientamento.

Lo scopo della Naspi non è solo legato al sostentamento economico del lavoratore in temporaneo stato di disoccupazione, ma anche quello di prevedere un percorso di reinserimento lavorativo. Il percorso in questione viene definito nel patto di servizio personalizzato.

Chi richiede la Naspi, per confermare lo stato di disoccupazione, deve contattare i Centri per l’Impiego entro trenta giorni dalla data della dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro. Cosa devono fare? Devono creare il proprio profilo personale e stipulare il patto di servizio.

Cosa viene indicato nel patto di servizio? Il richiedente si dichiara disponibile:

  • A partecipare alle iniziative per rafforzamento delle proprie competenze nella ricerca di lavoro;
  • A partecipare alle iniziative di carattere formativo e di riqualificazione;
  • Accettare le offerte di lavoro congrue al proprio profilo;
  • A partecipare alle attività di pubblica utilità.

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