Riforma delle pensioni del 2024, in attesa di stime più precise sulle risorse che saranno impiegate nella prossima legge di Bilancio, alcune delle ipotesi sembrano essere le più accreditate: tra queste, l’uscita anticipata con il part time, il restyling di opzione donna e Ape sociale, e la conferma di quota 103 almeno fino al 31 dicembre del prossimo anno. Quella del part time andrebbe a coprire due esigenze del governo. Da un lato, infatti, si garantirebbe un’uscita prima dell’età della pensione di vecchiaia ai lavoratori ultra60enni, dall’altro si favorirebbe il ricambio generazionale e l’entrata nel mondo del lavoro degli under 30 o 35.

Le ipotesi, dunque, non tralasciano quella che è una platea più volte nominata dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ovvero quella dei giovani. Nei tavoli del ministero del Lavoro di Marina Elvira Calderone, e alla presenza dell’Osservatorio sulla spesa previdenziale e dei sindacati, si stanno cercando delle soluzioni per le più recenti generazioni al fine di coprire buchi contributivi presenti nella carriera lavorativa. Ai giovani, dunque, saranno dedicate varie delle risorse del prossimo anno.

Riforma pensioni, le ipotesi più accreditate per il 2024: uscita anticipata con part time

Molte delle risorse che il governo stanzierà nella legge di Bilancio 2024 per la riforma delle pensioni dipenderanno da quanto sarà riportato nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanze (Nadef) di fine settembre. Tuttavia, i fondi per le pensioni non dovrebbero andare oltre la cifra di uno o due miliardi di euro, al netto della rivalutazione delle pensioni per l’aumento dell’inflazione.

La novità assolute sarebbe quella di garantire le uscite anticipate ai lavoratori prossimi alla pensione, con la flessibilità del part time. Si tratterebbe di anticipare di due o tre anni la pensione, ricevendone una parte insieme a metà stipendio, e continuando a versare i contributi che sarebbero a carico dei datori di lavoro e delle aziende. In cambio, i prossimi alla pensione dovrebbero occuparsi di fare da tutor ai giovani. Imparerebbero un mestiere e le varie competenze di chi sta per andare in pensione.

Riforma pensioni ipotesi 2024, le uscite dei giovani e soluzione per i contributi mancanti

Quello della staffetta generazionale è un obiettivo cavalcato dal governo anche in tempi recenti. In origine, in fatti, un meccanismo simile doveva essere incluso nel decreto legge Made in Italy di Adolfo Urso, prevedendo uscite anticipate e percorsi formativi di giovani entro i 35 anni di età (se laureati, altrimenti 30 anni), per aziende di almeno 50 addetti alle dipendenze.

Il tutoraggio di chi fosse prossimo alla pensione avrebbe avuto una durata di due anni. Non se n’è fatto nulla nel provvedimento di legge per mancanza di coperture, ma adesso il governo sarebbe pronto a inserire la misura nella legge di Bilancio 2024.

Nuovo riscatto laurea super agevolato

Nella Manovra di questo autunno dovrebbe trovare spazio anche il riscatto della laurea super agevolato per i giovani e nuove formule di partecipazione ai fondi pensione integrativi, con recupero anche dei contributi obbligatori dei periodi di stage e tirocini.

Sulle altre misure, sembrerebbero trovare conferme le voci di una proroga della quota 103 fino al 31 dicembre del 2024. La misura andrebbe a coprire una parte delle richieste di uscita con quota 41, seppure solo a partire dall’età di 62 anni, con una spesa contenuta tra i 200 e i 300 milioni di euro, a seconda di quanti sceglieranno questa soluzione.

Quali novità per le pensioni anticipate quota 103, opzione donna e Ape sociale?

Opzione donna, invece, dovrà essere rivista quasi totalmente. Andranno via sia i paletti in comune con l’Ape sociale (ovvero, il poter accedere alla misura solo se licenziate, caregiver o inabili al lavoro per il 74 per cento), sia gli sconti anagrafici legati ai figli avuti (un anno e uscita a 59 anni con un figlio, due anni e uscita a 58 anni con due figli). Si dovrebbe tornare a una misura più snella e uscita con 35 anni di contributi, mentre potrebbe aumentare l’età fino a 62 anni per includere un maggior numero di lavoratrici.

Infine, con l’Ape sociale si dovrebbe arrivare a un allargamento dei mestieri considerati gravosi e usuranti. L’uscita, per le nuove professioni che si aggiungeranno, sarà a 63 anni minimi unitamente a 36 anni di contributi, escluse le eccezioni. Alcune mansioni del settore edile, infatti, escono con 32 anni di contributi.