Giancarlo Giorgetti mette la parola fine all’ipotesi di una nuova proroga del Superbonus al 110%. Durante il question time di oggi, mercoledì 13 settembre, alla Camera, il ministro dell’Economia allontana ancora una volta la possibilità, per gli italiani, di godere degli interventi “nelle forme finora conosciute”.

Il titolare del Palazzo delle Finanze ha risposto in merito al “carattere espansivo del Superbonus e delle altre misure di incentivazione edilizia”, paventato da “diverse istituzioni, associazioni e centri di ricerca”.

Gli stessi studi hanno sottolineato come le valutazioni di impatto di tali misure siano soggette ad un ampio margine di incertezza. Ciò è confermato dalla significativa variabilità dei risultati prodotti. Inoltre non può tralasciarsi che l’eventuale contributo positivo alla crescita deve essere necessariamente analizzato alla luce dei costi per il loro finanziamento. Come ogni politica pubblica essa deve essere sottoposta a una rigorosa analisi costi-benefici.

Giorgetti dice no alla proroga del Superbonus: “Misure pagate da tutti gli italiani su meno del 3% del patrimonio esistente”

In merito all’effetto espansivo del Superbonus, Giorgetti ha riportato l’analisi della Banca d’Italia, che paragona il benefit al suo “impatto per il conto economico delle amministrazioni pubbliche“.

Se da una parte la stima dell’impatto macroeconomico del Superbonus 110 è incerta, dall’altra parte, la quantificazione dei costi per le finanze pubbliche è certa e dovrà darsene conto anche nella prossima nota di aggiornamento al Def.

Il ministro ha poi posto l’accento sul fatto che misure “pagate da tutti gli italiani” hanno riguardato “meno del 3 per cento del patrimonio immobiliare esistente”.

Una chiosa sul mercato di acquisto dei crediti, “ripartito grazie all’impegno del governo e alle certificazioni della natura di tali crediti”.

Proprio per questo sono allo studio dell’esecutivo strumenti attraverso i quali consentire la verifica della bontà di quelli ancora in possesso dei cittadini e sorti nel periodo antecedente l’introduzione dei vincoli di appropriatezza.