In Libia, e a Derna in particolare, il disastro causato dall’uragano Daniel non accenna minimamente a diminuire, mentre il vicesindaco della città posta nella martoriata zona Nord-orientale del Paese, Ahmed Madroud, ammette ad Al Jazeera, ripreso dall’Ansa, che la manutenzione delle dighe è stata interrotta nel 2002. Ventun anni senza controlli e dunque abbassando la guardia verso eventi meteorologici estremi come questo. Una città e una nazione in ginocchio.
Dati impressionanti quelli citati dal vicesindaco di Derna: da più di vent’anni le dighe non conoscono manutenzioni e la prima crollata era alta solo 70 metri
Come se non bastasse, sempre a detta dell’amministratore, le dighe non sarebbero dell’altezza sufficiente. La prima a essere crollata era alta infatti 70 metri e, crollando, avrebbe comportato una pressione insostenibile per la seconda, a sua volta distrutta.
Preoccupanti le parole di Madroud anche per quanto concerne i numeri. Parla infatti di un numero di vittime che dovrebbe superare le 5000 unità. Ipotesi forse addirittura ottimistica, considerando che al momento questo ha raggiunto già quota 3000 e che il 20% della città (informazione diffusa dal vicesindaco stesso) è stato distrutto. Dalla preoccupazione si passa alla rassegnazione quando Madroud dice:
Il vicesindaco parla dei tanti limiti strutturali della città e stima 5000 morti. Ora sono già 3000…
Molti edifici sono raggruppati in strade strette molto vicine ai punti in cui scorre l’acqua e non sono stati costruiti bene.
A Derna, insomma, e come si continua a dire da giorni, la situazione è disperata. Come se non bastasse, la viabilità resta al collasso, le comunicazioni interrotte e l’energia elettrica ancora un miraggio.
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