Grazie al taglio del cuneo fiscale, a ottobre 2023 gli stipendi segneranno aumenti per 100 euro e oltre in busta paga, a seconda della tipologia di contratto di lavoro. È quanto calcola l’Inps nel 22esimo rapporto annuale che riporta i dati relativi alle maggiori prestazioni assistenziali e pensionistiche dell’Istituto. Il rafforzamento degli stipendi è possibile grazie allo sconto sui contributi a carico dei lavoratori alle dipendenze deciso dal governo guidato da Giorgia Meloni. Un bonus sui versamenti del 9,19% medio per le mansioni dei dipendenti che era stato già introdotto dal governo di Mario Draghi nel 2022, con un taglio dello 0,8% nella legge di Bilancio di due autunni fa, poi aumentato al 2% nella seconda parte dello scorso anno.

Il governo di Giorgia Meloni ha riproposto la misura per i lavoratori dipendenti con retribuzioni lorde annue fino a 35mila euro, riproponendo il 2% per i lavoratori dipendenti che guadagnino da 25mila a 35mila euro (da 1.923 a 2.692 euro lordi al mese), e il 3% per i redditi fino a 25mila euro lordi all’anno, pari a 1.923 euro lordi al mese. Nella seconda parte del 2023, le percentuali sono state quasi triplicate, prevedendo rispettivamente il 6% e il 7% nei cedolini di busta paga da luglio a dicembre 2023.

Taglio cuneo fiscale, aumenti stipendi di 100 euro e oltre a ottobre 2023 secondo l’Inps

Arrivano dati confortanti in tema di aumenti netti degli stipendi dei lavoratori alle dipendenze con il taglio del cuneo fiscale. Nel 22esimo rapporto annuale dell’Inps si sottolineano gli incrementi delle buste paga dei lavoratori, grazie alla misura confermata dal governo di Giorgia Meloni per il 2023 e aumentata nelle percentuali di sconto sui contributi grazie al decreto legge “Lavoro” del 1° maggio scorso per le retribuzioni della seconda metà dell’anno.

Il taglio dei contributi, già introdotto lo scorso anno dal governo di Mario Draghi, consiste in uno sconto sulla quota dei versamenti a carico dei lavoratori alle dipendenze. Tale percentuale è, quasi sempre, del 9,19%, contributi che si sommano a quelli a carico dell’azienda o del datore di lavoro. Con l’applicazione dello sconto del 6% o del 7% a seconda del livello degli stipendi, i lavoratori dipendenti ricevono più soldi in busta paga, avvertendo nell’immediato la differenza dello stipendio netto, anche se per il Fisco si verifica un ritorno di tassazione per via dell’incremento della base imponibile sulla quale applicare la percentuale di Irpef.

Taglio cuneo fiscale, aumenti stipendi: quali novità per il 2024 per i lavoratori alle dipendenze?

Proprio su questo meccanismo, i tecnici del governo stanno facendo le dovute simulazioni per il taglio del cuneo fiscale del prossimo anno da inserire nella legge di Bilancio 2024. Infatti, le risorse “nette” da inserire nella Manovra 2024 di questo autunno potrebbero essere nell’ordine di 9 o 10 miliardi di euro, che al lordo corrispondono ad almeno 13 miliardi di euro. Una parte degli investimenti del governo, dunque, torna al Fisco per via della tassazione.

Sconto sui contributi, ecco le simulazioni sui cedolini di busta paga

Intanto l’Istituto di previdenza ha certificato nelle proprie simulazioni che lo stipendio dei lavoratori alle dipendenze aumenterà, nel prossimo mese di ottobre, di almeno 100 euro mensili rispetto allo stipendio di ottobre di un anno fa. Le cifre sono al lordo e certificano che l’entità dello sconto sui contributi e dell’aumento della busta paga dipende dalla tipologia di contratto che determina il livello di retribuzione. Ad esempio, c’è differenza di taglio contributi tra contatti part time e tempo pieno, al pari del lavoro per tutto il mese.

Nelle simulazioni, l’Istituto previdenziale stabilisce che, a fronte di una media di sconto di 30-40 euro di aumento degli stipendi di ottobre di un anno fa, nel mese prossimo ci sarà un aumento lordo di 100 euro che diventeranno anche 125 euro per chi ha uno stipendio di circa 1.500 euro al mese.