La comunità di San Patrignano torna sotto i riflettori: dopo l’archiviazione della querela presentata dai figli del fondatore Vincenzo Muccioli contro la produzione della serie tv Netflix “Sanpa”, la Procura di Rimini avrebbe infatti concluso le indagini per diffamazione recentemente aperte a carico di Andrea e Giacomo Muccioli e del conduttore Red Ronnie.

Red Ronnie e i figli di Vincenzo Muccioli indagati per diffamazione: il motivo

I tre sono accusati di aver rivolto delle accuse all’ex autista di Vincenzo Muccioli, Walter Delogu – nonché padre della conduttrice Andrea, che in passato fu ospite della comunità -, e potrebbero presto finire a processo. I fatti risalgono al 2021. Dopo l’uscita della seguitissima serie tv “Sanpa – Luci e tenebre di San Patrignano“, trasmessa da Netflix, i fratelli Muccioli avevano deciso di querelare la piattaforma e i produttori, accusandoli di aver leso l’onore di loro padre.

Poche settimane dopo, l’ex autista del fondatore – tra i protagonisti della serie – era passato al contrattacco, querelando sia loro che Red Ronnie. Stando al suo racconto, lo avrebbero diffamato in diverse occasioni, rilasciando delle interviste in cui, commentando la serie appena uscita, raccontavano del presunto ruolo da lui giocato nei momenti seguiti all’omicidio Maranzano, avvenuto nel 1989 all’interno della comunità.

Secondo loro l’ex autista, poi condannato per estorsione, avrebbe chiesto e ottenuto da Muccioli 150 mila lire in cambio della promessa di non divulgare il contenuto di una cassetta – di cui egli era a conoscenza – relativa al delitto.

Aveva puntato una pistola alla testa di mia madre (la moglie di Vincenzo Muccioli, ndr) chiedendole 150 mila lire,

aveva raccontato uno dei due. L’altro aveva dichiarato, invece, che:

Delogu era una figura insignificante di San Patrignano, che più che guidare la macchina non ha mai fatto […]. L’errore più grosso è stato di avergli dato una pistola, la stessa che aveva addosso quando venne a chiedere soldi a mia madre

A riportalo è l’Agi, che ha letto gli atti delle indagini. Oltre a loro anche Red Ronnie sarebbe accusato di aver leso alla reputazione dell’ex autista, attribuendogli pubblicamente la colpa di aver minacciato, puntandole una pistola alla testa, la signora Muccioli.

L’archiviazione della querela presentata contro Netflix

Mentre le indagini riguardanti i due Muccioli e il conduttore stanno per essere chiuse, con il possibile rinvio a giudizio dei tre, è stata archiviata la querela presentata dai figli del fondatore nei confronti della produzione Netflix, che era stata accusata dai due di aver leso l’onore del fondatore della comunità. Come? Ipotizzando che l’uomo fosse morto di Aids e parlando della sua presunta omosessualità e misoginia.

Elementi che, secondo la Procura che ha lavorato al caso, non sussistono.

La narrazione dei fatti è avvenuta con modalità e forme rispettose delle varie tesi, senza che nella narrazione vi sia un’adesione a una versione piuttosto che a un’altra,

secondo i magistrati. Per quanto riguarda la morte di Muccioli, in particolare, il pm ha ribadito che, non essendo mai stata rivelata l’esatta causa,

è corretto l’approccio di Netflix di riportare le varie ipotesi, supportate da testimonianze e atti.

Principio che la piattaforma avrebbe seguito anche per trattare i temi dell’omosessualità e della misogenia, facendo in modo che lo spettatore – prendendo in considerazione le varie tesi – potesse scegliere autonomamente da “quali trarre un proprio convincimento” o se “rimanere nel dubbio”. Principio riconosciuto alla produzione (a differenza di quanto accade per la cronaca giornalistica) in virtù della sua attività artistica. In poche parole,

è consentito per l’autore non tanto discostarsi dalla realtà ma di riportare i fatti e i personaggi , le polemiche, le accuse e quanto abbia formato oggetto di dibattito, lasciando poi allo spettatore la libertà di farsi una propria idea.