Uno scossone in casa Juventus, un terremoto nella vita di Paul Pogba. Il francese negli ultimi anni ha visto realmente poco il campo a causa di molteplici infortuni che ne hanno condizionato la carriera, ma stavolta rischia davvero di mettere un punto definitivo. Neanche il tempo di tornare a disposizione, che arriva l’ennesima tegola. Questa volta però la situazione è ben più grave, non si parla di ricadute e nuovi acciacchi. Questa volta è il Tribunale Nazionale Antidoping a fermare il calciatore. Per avere un quadro completo della situazione bisognerà attendere le controanalisi e la conferma della validità del test precedente, ma da lunedì non si parla d’altro: il centrocampista è risultato positivo al testosterone nell’analisi antidoping effettuata lo scorso 20 agosto dopo Udinese-Juventus. Cosa rischia Pogba? E qual è adesso l’iter?

Cosa rischia Pogba

Lunedì 11 settembre 2023, ecco il giorno che rischia di cambiare definitivamente la vita e la carriera di Paul Pogba. Più di qualunque altro infortunio, più di qualunque altra ricaduta. Questa volta il tonfo è pesante e rialzarsi potrebbe essere molto difficile. Il francese è risultato positivo al test antidoping a margine della prima giornata di Serie A che la Juventus ha vinto 3 a 0 sul campo dell’Udinese, senza però impiegare il centrocampista, e per questo il Tribunale Nazionale Antidoping lo ha sospeso per la violazione degli articoli 2.1 e 2.2 del codice Wada. “Metaboliti del testosterone di origine non endogena”, ecco qual è la sostanza riscontrata dopo il controllo effettuato da Nado Italia. Si tratta di un ormone steroideo del gruppo degli androgeni prodotto naturalmente dal nostro corpo ma assolutamente vietato da assumere. Cosa rischia ora Pogba?

I passaggi a vuoto del francese, negli ultimi anni sono stati parecchi e adesso più che mai il suo futuro è fatto di incognite. La Juventus attende alla finestra mentre i tifosi bianconeri lo hanno già scaricato. La Vecchia Signora potrebbe richiedere immediatamente la sospensione dello stipendio, nell’attesa che arrivi o meno la conferma alla positività del calciatore. Nel frattempo gli basterebbe garantire a Pogba il minimo sindacale, ovvero 42.477 euro lordi l’anno che, al netto, equivalgono a circa duemila euro al mese. In caso poi di conferma e squalifica, dopo la sentenza definitiva, il club avrebbe la possibilità di impugnare e rescindere il contratto. Pogba rischia infatti da 2 a 4 anni di stop e ha un accordo in essere da 8 milioni all’anno, più 2 di bonus, con la Juventus valido fino al 2026.

Caso Pogba: l’iter e i prossimi passi

L’agente di Paul Pogba, Rafaela Pimenta, sta già studiando la strategia difensiva insieme a un pool di avvocati. A disposizione del calciatore ci sono 72 ore di tempo, dalla comunicazione della positività al test, per richiedere le controanalisi e le risposte dovrebbero poi arrivare nel giro di una settimana. L’entourage del calciatore non ha ancora presentato ufficialmente domanda, ma ci sarà tempo fino a domani. Questo è il primo passo da fare. Secondo gli esperti però, l’ipotesi di un errore o di contaminazione, va completamente esclusa. In caso di conferma, si aprirà poi il percorso alle motivazioni e Pogba dovrà difendersi davanti al Tribunale Nazionale Antidoping che a quel punto dovrà deliberare sulla volontarietà o l’involontarietà dell’assunzione della sostanza dopante. Il francese andrà comunque incontro a una squalifica, che può però passare da 2 anni in caso venisse accertata l’involontarietà, a 4 anni in caso di assunzione volontaria.

La Juventus ha già fatto sapere di essere totalmente estranea alla vicenda e di fatto il club non rischia nulla. Discorso diverso per il calciatore. Le prime ricostruzioni parlano di un integratore arrivato dall’America, consigliato da un medico amico e contenente sostanze non consentite in Italia. Pogba potrebbe dunque aver impiegato inconsapevolmente il farmaco. Un attenuante, ma non una giustificazione. Un atleta, un professionista di caratura internazionale, non può essere leggero e deve sempre essere cosciente di ciò che assume. Trent’anni, tanti infortuni alle spalle e il rischio squalifica per almeno 2 anni: Pogba rischia di mettere un punto definitivo alla sua carriera.