Sale lo scontro alla Camera per la questione di TIM, la decisione del governo di integrare all’interno di un decreto omnibus anche il decreto sulla questione della società che detiene la rete telefonica in Italia.

Questione Tim al centro dello scontro

“È inaccettabile che si riprenda dopo la pausa estiva con le vecchie pratiche che tutti abbiamo criticato. Chiedevamo di cambiare il modello dei nostri lavori. E invece il cosiddetto decreto Tim è stato nuovamente inserito in un altro decreto omnibus, il cosiddetto decreto Incentivi

Per l’onorevole Boccia la questione è il segno evidente di un modo di fare che sta diventando prassi, il grande uso dello strumento del decreto senza necessità d’urgenza.

“Oltre al numero abnorme di decreti emanati in questa legislatura, oltre 38 in soli 10 mesi, assistiamo alla pratica ormai consueta della trasformazione di decreti del governo che vengono fatti decadere perché trasformati in emendamenti ad altri decreti. Nel merito poi non capiamo perché ci sia stata la necessità di varare un decreto, non ne capiamo le necessità d’urgenza. La verità è che nel decreto Tim si stanziano 2 miliardi e mezzo ma nessuno sa da dove vengono, e la relazione tecnica non lo chiarisce, e si vuole impedire al Parlamento e all’opposizione di discutere nel merito. Non è possibile che questo sia il modo di legiferare, e mi chiedo cosa succederà in sede di approvazione della manovra di bilancio”

La richiesta dei parlamentari del partito Democratico è chiaro e chiede il completo ritiro di questo emendamento nel decreto incentivi.

“Chiediamo che l’emendamento dl Tim venga ritirato dal governo e chiediamo si discuta di Tim in Senato con un confronto approfondito sulle scelte di politica industriale. Vogliamo che il Mef ci dica a cosa servono quelle risorse e che il ministero dello sviluppo economico ci dica quali sono le scelte di politica economica per quel comparto”

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