Tornando ancora una volta sui migranti, Giorgia Meloni si dice disposta “a buttarsi in acqua per provare a salvare un bambino”. La premier allontana ancora una volta le polemiche legate alla gestione delle richieste d’asilo da parte del governo. E lo fa confidandosi nel libro-intervista intitolato “La versione di Giorgia“, del giornalista Alessandro Sallusti.
Un’opportunità, per la leader di Fratelli d’Italia, di raccontarsi a tutto tondo, a circa trecento giorni dal suo insediamento a capo dell’Esecutivo. Tagliando corto sull’argomento delle tragedie che si consumano quotidianamente nelle acque del Mediterraneo, Meloni identifica un’unica soluzione per agire.
Possiamo continuare ad accapigliarci quanto vogliamo, ma se non capiamo che l’unico modo per fermare le morti è fermare la tratta, le persone continueranno a morire. E possono continuare con la loro ipocrisia da operetta, ma chiunque abbia un minimo di onestà non può credere davvero che se io mi trovassi sul luogo di una tragedia starei con le mani in mano, che nel caso di un naufragio se fossi lì non sarei la prima a buttarmi in acqua per provare a salvare un bambino, indipendentemente da chi sia e da dove venga.
Meloni si racconta oltre i migranti, la premier sull’Ue: “Noi siamo l’Europa”
Per quanto riguarda i rapporti con l’Unione Europea, la presidente del Consiglio allontana definitivamente l’ipotesi di un’Italia fuori dall’Europa.
Noi siamo l’Europa, atteso che duemila e passa anni fa tutto è nato proprio qui. Non a caso siamo stati tra i fondatori della Comunità europea. Senza l’Italia non esisterebbe più alcuna Unione Europea.
Nei fatti, dunque, Meloni si professa “più europeista di tanti autoproclamatisi europeisti”.
Quelli che ormai nella vulgata dominante vengono definiti europeisti sono in realtà i federalisti europei, cioè i sostenitori di un modello in forza del quale i singoli Stati membri dovrebbero essere via via sempre più privati della loro sovranità per accentrare sempre più poteri a Bruxelles.
“Con i suoi limiti e difficoltà, il governo ce la mette tutta”
Capitolo operato del governo: al direttore de Il Giornale, la premier auspica “che gli italiani vedano un governo che”, con “i suoi limiti e difficoltà, fa perfino degli errori ma ce la mette tutta“.
Un governo che non ha amici da piazzare, lobby da compiacere, potenti da ripagare. Che non guarda in faccia a nessuno, che non intende fregarti, che ha il coraggio di dirti anche quello che non si può fare in un dato momento o contesto.
Sui prossimi obiettivi, menzione speciale merita la riforma costituzionale, che “si farà, con o senza l’appoggio” della sinistra. Mentre un possibile salario minimo per legge avrebbe “effetti collaterali”.
Possiamo aiutare la crescita, fidandoci e spronando chi crea ricchezza e lavoro, che è anche una precondizione della crescita salariale, perché anche il problema dei salari inadeguati non lo risolvi per decreto. Sono contraria a fare pasticci che si ritorcono contro i lavoratori e peggiorano i conti pubblici, solo per farci politica sopra.