Sulle assunzioni supplenze nella scuola per l’anno 2023-2024 pesano le rinunce degli insegnanti che rappresentano una buona fetta delle mancate immissioni in ruolo con contratto a tempo indeterminato. Posti che, in ogni modo, dovranno essere occupati dai supplenti, in possesso delle abilitazioni nella classe di concorso specifica per quell’insegnamento. Tuttavia, tra le ragioni della rinuncia vi sono gli stipendi giudicati non in linea con il costo della vita e le graduatorie carenti di aspiranti insegnati, soprattutto in determinate materie e sul sostegno.
Molti docenti, quindi, non sono propensi a spostarsi, soprattutto verso le scuole del Nord Italia. Nella regione Lombardia vi sono le maggiori opportunità di immissione in ruolo, ma su 11.654 assunzioni che il ministero dell’Economia e delle Finanze ha autorizzato per l’anno scolastico appena cominciato, ben 3.500 cattedre sono risultate deserte e, di queste, quasi mille sono state le rinunce.
Quello di chi rifiuti a occupare la cattedra per la quale era stato incaricato è un problema che investe anche le successive procedure di assegnazione delle supplenze di quello specifico posto nella scuola.
Scuola, assunzioni supplenze 2023: quanti docenti rinunciano e quali opportunità per gli incarichi?
Tra graduatorie degli aspiranti docenti carenti nelle classi di concorso scoperte e stipendi ritenuti non adeguati per spostarsi dove vi sono più opportunità di avere un posto a tempo indeterminato, anche per le assunzioni nella scuola di quest’anno emerge il peso delle rinunce. Rispetto a qualche anno fa – ad esempio al periodo della riforma della Buona scuola di Matteo Renzi del 2015 – gli insegnanti sono meno propensi a spostarsi di regione (soprattutto da quelle del Mezzogiorno verso quelle del Nord Italia), per ottenere il posto di ruolo, preferendo rimanere nelle graduatorie e accontentandosi di supplenze annuali.
Questa tendenza risulta ancora più evidente anche per i limiti del sistema della mobilità degli insegnanti, che impone il vincolo di durata triennale nella scuola di titolarità di cattedra prima di potersi spostare.
Scuola assunzioni supplenze 2023, dove ci sono più possibilità?
Le motivazioni fanno in modo che le rinunce risultino in numero progressivamente più elevato. Quest’anno, nella regione che più di tutte ha necessità di insegnanti, ovvero la Lombardia, su 11.654 cattedre autorizzate dal ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), 3.500 posti sono andati deserti. Di questi posti, inoltre, 970 derivano dalle rinunce. Per effetto di questi numeri, al 31 agosto scorso la regione aveva coperto 8.100 cattedre tra i posti autorizzati. I posti non coperti andranno ai supplenti, ma anche in questo caso non mancano i problemi nell’espletamento delle relative procedure.
Immissioni in ruolo insegnanti e incarichi nelle nelle scuole: la situazione
Intanto perché, come per le assunzioni dei docenti, anche per le supplenze emergono classi di concorso per le quali è difficile trovare insegnanti candidabili. Succede per le materie di Scienze, Tecnologia, Matematica e discipline ingegneristiche (Stem), per le quali le relative graduatorie risultano esaurite. Ma le scuole lamentano la stessa situazione anche per le assunzioni dei docenti specializzati nel sostegno. Di conseguenza, oltre al maggior ricorso ai supplenti, anche il buon funzionamento della scuola rischia di scricchiolare.
Rispetto alle rinunce dei docenti per i posti di ruolo nella scuola, le procedure prevedono le azioni delle segreterie sia per la sostituzione dell’insegnante designato per l’assegnazione della cattedra, sia per la successiva copertura dei supplenti. C’è da dire che gli insegnanti che rifiutano non sempre comunicano in maniera tempestiva la propria decisione. Ciò causa problematiche che si riflettono anche su chi andrà a occupare la cattedra da supplente.
Può succedere, infatti, che un posto che risultava occupato nel momento in cui un supplente abbia risposto positivamente a un’altra cattedra, successivamente si liberi proprio perché il titolare della cattedra abbia fatto rinuncia. Tuttavia, questa occupazione provvisoria di una cattedra che poi si rifiuta, ha impedito al supplente di occuparla anche se preferita rispetto a quella per la quale abbia risposto positivamente.