I dati di previsione della vendemmia 2023 per l’Italia ci fanno tornare indietro nella classifica europea rispetto alla Francia. Ma non tutto deve essere visto per forza in senso negativo.
Previsioni della vendemmia di Francia e Spagna meglio di noi
Come già specificato da diversi analisti specializzati bisogna vedere il bicchiere mezzo pieno. In virtù del fatto che una discesa della produzione è stata avviata anche in Francia attraverso lo sradicamento di migliaia di ettari di vigneti e una razionalizzazione del valore.
Una lezione che deve servire anche all’Italia, meno quantità per migliorare la qualità. Così come espresso da Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione Italiana Vini e da Riccardo Cottarella, presidente di Assoenologi.
“I dati francesi vanno visti anche in virtù della grande quantità di vino destinato alla distillazione, in Francia i dati sono più o meno uguali allo scorso anno”. Ci tiene a specificare Ignacio Sanchez Recarte, segretario generale del CEEV.
La Spagna aumenta la produzione e fissa il prezzo minimo delle uve
Per la Spagna il discorso è un po’ diverso, anche se la produzione ha registrato un calo (-18%) comunque inferiore a quelli italiani. La causa è tutta da implicare al clima e ad una siccità senza paragoni con altre annate.
Per sopperire a questi cali il governo spagnolo ha deciso di fissare un prezzo minimo per le uve destinate al Cava. Per le bollicine spagnole, l’uva verrà venduta ad un prezzo minimo di 0,54€ per kilo di uva.
La Spagna ha comunque decisione di sostenere i produttori e puntare decisa verso la razionalizzazione di alcuni vitigni in alcuni territori particolari. Anche nel paese iberico non tutti i territori hanno subito il calo allo stesso modo, la Catalogna infatti risulta essere la regione più colpita.
Non solo Europa, il mercato mondiale cresce
Il mercato del vino sta crescendo in tutto il mondo, alcuni grandi players internazionali come la Cina e l’India stanno entrando in maniera efficace nel mercato con prodotti sempre più appetibili e prezzi super concorrenziali.
Proprio per queste ragione per l’Italia l’unica soluzione resta una razionalizzazione del valore e una modernizzazione delle tecniche. Aumentare l’impiego della meccanizzazione per sopperire la mancanza di manodopera così i francesi stanno già facendo da alcuni anni.
Nel complesso però, al netto dei nuovi paesi produttori, la produzione di uve nel 2023 sarà inferiore in tutto il globo rispetto ai dati del 2022 e con gli stock in aumento l’unico modo per far muovere il mercato sarà trovare il modo di vendere meglio il proprio vino.