Si accende nuovamente la preoccupazione per il ritorno del covid-19. I casi in Italia sono cresciuti nell’ultima settimana del 44%.
Antonio Preziosi di Tag24 ha intervistato Fabrizio Pregliasco, virologo dell‘Università di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano per capire al meglio la situazione attuale.
Covid in Italia oggi, la situazione: intervista a Pregliasco
L’estate è finita, e in molti cittadini si riaccende la paura del covid-19. I casi in Italia sono aumentati nell’ultima settimana del 44% come la preoccupazione per potenziali quarantene, per la propria salute e per quella dei propri cari.
D. Dottor Pregliasco, c’è da preoccuparsi per questo picco di casi?
R. I casi stanno indubbiamente crescendo ma c’è una nota positiva: molti di noi hanno sviluppato la cosiddetta immunità ibrida, avendo preso il covid una o più volte. Questo vuol dire che il virus sarà meno forte di come è stato in precedenza, anche se continua a modificarsi e propone nuove varianti che schivano la pregressa.
È come l’identikit di un serial killer: il cattivo taglia capelli e barba e non lo riconoscono più. Non si deve né estremizzare e tantomeno minimizzare la situazione, questo è certo.
Categorie più a rischio e precauzioni nelle scuole
D. Quali sono le persone più a rischio con l’attuale virus?
R. La prima raccomandazione è di fare quanto prima un richiamo vaccinale, perché il virus è ancora un problema per i fragili e le persone a rischio. Attualmente per loro il rischio di morte è ancora presente.
D. Cosa possiamo fare nel nostro piccolo per dare una mano?
R. Se si è asintomatici bisogna comportarsi bene, c’è bisogno di rispetto per gli altri nonostante non ci siano obblighi, ad esempio: indossare la mascherina come fanno gli orientali, e fare maggiore attenzione quando si va a trovare la nonna o persone anziane, è nostro dovere preoccuparci per la loro salute. Inoltre, i sintomatici dovrebbero restare temporaneamente a casa, come giusto che sia.
D. Cosa si può fare per contenere la situazione nelle scuole?
R. Nelle scuole ci vuole più organizzazione, incrementare i disinfettanti e i controlli atti ad eliminare i possibili focolai.
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