Ennesimo episodio drammatico nelle carceri italiane, con protagonista un detenuto che, nel carcere di Porto Azzurro, all’Isola d’Elba, si è lesionato il corpo con una lametta, finendo in gravi condizioni.
Detenuto tenta il suicidio con una lametta all’Isola d’Elba, una protesta all’origine del gesto
Le carceri italiane nell’occhio del ciclone per le condizioni sempre più disagiate in cui vivono i detenuti. Una “situazione indegna“, come segnalato dalla Presidente della Corte Costituzionale, Silvana Sciarra, e reso evidente dai casi di suicidio dello scorso agosto, con i due detenuti suicidi a San Vittore e un altro morto a Rossano.
A questi casi si va, ora, ad aggiungere il tentativo di suicidio di un uomo maghrebino avvenuto nel carcere di Porto Azzurro, all’Isola d’Elba. Il detenuto si è lesionato il corpo con una lametta, arrivando a recidere l’arteria omerale e versa ora in gravi condizioni all’ospedale dell’isola, dove è stato trasportato dopo l’intervento degli agenti di polizia penitenziaria.
Stando alle testimonianze, l’uomo avrebbe agito per protestare contro le limitazioni imposte dal personale della struttura detentiva, come racconta il segretario regionale per la Toscana del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria) Francesco Olivero.
“Poco prima gli agenti durante un giro di controllo lo avevano sorpreso intento alla produzione di alcolici, vietata dal regolamento interno dell’istituto. Pertanto, era stato requisito tutto il materiale”.
Olivero sottolinea come la situazione nella struttura sia stata resa complicata da alcune decisioni del Provveditorato, da lui giudicate quantomeno discutibili, in merito ai detenuti da assegnare al carcere. Per questo, il sindacalista del Sappe chiede l’allontanamento di soggetti per lui incompatibili con l’istituto penitenziario.
“Preme evidenziare l’invio scellerato nell’istituto insulare, da parte del Provveditorato, di detenuti problematici e tossicodipendenti che provano in ogni modo a cercare lo sballo e mettono a repentaglio se stessi oltre che altri. Chiediamo ancora una volta che vengano allontanati dall’istituto questi personaggi non consoni alla struttura“.