È grande la rabbia dell’uomo che domenica scorsa ha rischiato di perdere la moglie e i due figli nell‘incidente avvenuto in diretta social ad Alatri, in provincia di Frosinone.

Poteva ucciderli tutti per qualche like,

ha dichiarato nelle scorse ore al Messaggero, facendo riferimento al 30enne che si trovava alla guida dell’Audi A4 schiantatasi ad alta velocità contro la Nissan della sua famiglia sulla strada provinciale Santa Cecilia, in località Tecchiena Castello.

Le parole del padre dei due bambini rimasti feriti nell’incidente di Alatri

Quando sono arrivato in strada ho riconosciuto la macchina, era distrutta completamente davanti, c’erano già le ambulanze e io non sapevo su quale delle tre salire,

ha raccontato l’uomo. Nello schianto, violentissimo, sono infatti rimasti feriti in tre: la moglie 44enne e i suoi due figli, un ragazzino di 14 anni e una bambina di 9, la più grave, ora ricoverata presso il Bambin Gesù di Roma e non più in pericolo di vita.

Basta ascoltare le urla di mia moglie in quel video per comprendere la follia – ha proseguito -. Poteva morire per lo spavento.

Il video a cui si riferisce è quello postato dal conducente dell’Audi responsabile del frontale su Facebook: al momento dell’impatto l’uomo, un 30enne di origine marocchina, era in diretta. Stava filmando, come spesso aveva fatto in passato, la sua folle corsa sulle strade ciociare.

Il punto lo sa qual è? – ha spiegato ancora il padre di famiglia -. È che per questa gente che usa in questo modo i social ce ne è altrettanta che mette like, che segue, che si appassiona. Io non vado a vedere questo sui social. Che uso se ne sta facendo?

È una domanda lecita, soprattutto alla luce degli ultimi casi di cronaca: non solo quello di Alatri, ma anche quello di Roma, dove un bimbo di cinque anni lo scorso giugno aveva perso la vita in seguito a un sinistro provocato dalla Lamborghini guidata ad altà velocità da uno youtuber per una sfida da lanciare online.

Chi è il 30enne che si è schiantato in diretta: ora rischia l’arresto

I suoi amici lo chiamano “Ivan Marocco”, ma il suo vero nome è Abdelhafid El Idrissi. Ha 30 anni e lavora come manovale a Latina, dove risiede. Alle spalle non avrebbe precedenti penali. C’era lui, la scorsa domenica, alla guida dell’Audi A4 che ha provocato il frontale ripreso in diretta sui social ad Alatri. Secondo gli inquirenti era sotto l’effetto di alcol e droghe.

Per questo, nelle scorse ore, è stato denunciato per lesioni stradali aggravate e rischia di essere arrestato. Nell’incidente avrebbe riportato solo qualche ferita superficiale. Ma una cosa è chiara: non era la prima volta che si aggirava per strada ad alta velocità. Le prove sono sul suo profilo Instagram, dove, in un video, lo si vede percorrere una superstrada a 160 km/h.

Tra gli ultimi post, poi, c’è l’immagine ironica di due persone in sella a uno scooter guidato da un cane, con la scritta:

Ieri notte eravamo ubriachi, come diavolo siamo tornati?

Una battuta, che forse, nel suo caso, richiamava la verità. Al momento è sotto osservazione, ma nei prossimi giorni dovrebbe essere ascoltato. Davanti a coloro che indagano dovrà fornire la sua versione dei fatti e spiegare con chi si trovasse prima dell’incidente: qualcuno che, nonostante il suo stato di alterazione psico-fisica, non gli avrebbe impedito di mettersi al volante. E che, se invece lo avesse fatto, avrebbe potuto sventare l’incidente che ha sfiorato la tragedia.

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