La Torino bianconera questa mattina si è svegliata con l’ennesimo scossone: Agnelli e la Exor avrebbero messo in vendita la Juventus e starebbero valutando eventuali acquirenti. Una notizia bomba, prontamente smentita però dalla società qualche ora dopo. Eppure non è di certo la prima volta che una voce del genere diventa assordante e trova conferme. Prima o poi potrebbe anche accadere, ma non è questo il momento. Di sicuro resta il fatto che la Vecchia Signora sta vivendo anni complicati dal punto di vista sportivo ed economico. Della situazione attuale in casa Juventus, della possibile vendita e dei fattori scatenanti della crisi, abbiamo parlato in esclusiva a Tag24 con l’ex presidente bianconero, Giovanni Cobolli Gigli.
Juventus in vendita? Cobolli Gigli parla a Tag24
Dopo 100 anni di proprietà, gli Agnelli starebbero valutando l’idea di mettere in vendita la Juventus? “Ipotesi destituite di ogni fondamento” afferma all’Ansa un portavoce di Exor, la holding della famiglia Agnelli. Eppure negli ultimi anni, queste voci, si sono fatte largo spesso. La situazione economico finanziaria preoccupa e dal punto di vista sportivo le cose non vanno come ci si aspetta dai bianconeri, esclusi per questioni extra campo da ogni competizione europea in questa stagione. Per ora la Juventus non è in vendita, ma per capire meglio cosa sta accadendo, a Tag24 è intervenuto in esclusiva l’ex presidente Giovanni Cobolli Gigli.
“Non credo che prima di due o tre anni potrebbe aver senso vendere la Juventus – ha esordito – non sarebbe opportuno per la situazione economico finanziaria in cui versa. Bisognerebbe aspettare un attimo e risollevarla, parlo dei conti, ma anche dell’aspetto sportivo. La gestione del presidente Ferrero va proprio in questa direzione e lo dimostrano i fatti. Si vede nella scelta dei collaboratori e nella campagna vendite, più della campagna acquisti. Di pari passo però i bianconeri devono ritrovare dignità nel campionato italiano e tornare ad essere grandi con i risultati. Mi aspetto che torni stabilmente tra le prime quattro e da tifoso vorrei che vincesse lo Scudetto. La Vecchia Signora è un patrimonio – ha detto l’ex presidente – e una società quotato in Borsa e ovviamente la sua valutazione dipende da tanti fattori”.
E poi ancora: “Voci del genere, di una possibile cessione, le ho già sentite altre volte, anche quando ero io a gestirla da presidente in Serie B, nel 2006/07. Ad oggi non sono realistiche, poi magari un giorno Exor potrà decidere di trovare un azionista di maggioranza o minoranza. Exor è una società finanziaria, quotata all’estero e non può avere il cuore che può avere un privato, tifoso e innamorato della sua società. Invece deve guardare l’andamento dei conti, la redditività di tutti i suoi investimenti e così via. Se un giorno trovassero l’occasione succederà, ma quel giorno non è oggi” ha spiegato Cobolli Gigli.
L’acquisto di Cristiano Ronaldo
La situazione economico finanziaria è chiara. Ma come si è arrivati a questo punto? Secondo molti tifosi e soprattutto addetti ai lavori, tutto parte dall’acquisto di Cristiano Ronaldo.
“In tempi non sospetti, anni fa, avevo detto chenonostante Cristiano Ronaldo fosse un campione straordinario, uno dei più forti del mondo, era un errore comprarlo a quelle cifre. Le conseguenze di quell’operazione si vedono oggi. Non lo pensavo solo io – spiega il dirigente – ma anche persone che gestivano in quel momento la Juventus come Marotta, che per questo poi ha deciso di andare via. È stato un acquisto inopportuno, nonostante lui in campo abbia fatto quello che ci si aspettava. Di certo però non è stato l’unico problema in casa Juve”.
L’addio di Marotta
Marotta, appunto, forse l’addio più difficile da superare in questi anni. “La sua uscita di scena ha fatto perdere una spalla molto importante ad Andrea Agnelli, che si è affidato a persone che avevano meno capacità di lui. Quello che sa fare l’attuale amministratore delegato dell’Inter – ha proseguito Cobolli Gigli – si vede bene con i nerazzurri. Ha capacità straordinarie. I nerazzurri versano in condizioni economiche altrettanto precarie, forse per alcuni versi peggiori dei bianconeri, eppure guardate i risultati sportivi. Si sta muovendo con saggezza, insieme ai suoi collaboratori. Ha insistito per dare fiducia ad Inzaghi, lo ha aiutato psicologicamente e non solo e sono arrivati alla finale di Champions. Io non sono interista, ma oggettivamente hanno perso quasi per sfortuna”.
Agnelli e la Superlega
L’altro errore che si imputa ad Agnelli, invece, è la Superlega. “È un progetto che è nato e morto nello stesso momento. C’erano dodici società disposte ad iniziare questa nuova avventura e dopo un paio di giorni erano rimaste solo in tre. Non c’erano le basi per muoversi e costruire, non era fattibile. Il calcio però, in generale – ha aggiunto l’ex presidente juventino – ha bisogno di portare a casa più ricavi. Ci son enti come la Uefa e le Federazioni, che trattengono troppo nel loro portafoglio e che invece dovrebbero distribuire ai club. In questo momento stiamo vivendo una vera inversione di tendenza. I soldi devono andare a tutte le società però, non solo a dodici eletti. I contano i piccoli e contano anche i grandi”.
Il caso Pogba
E mentre da una parte si parla della possibile cessione del club, dall’altra dal campo arrivano notizie preoccupanti. Paul Pogba infatti è risultato positivo al test antidoping. Tracce di testosterone sono state trovate nelle urine dopo Udinese-Juventus, la prima di Serie A, a cui il francese non ha neanche preso parte. “Vorrei capire meglio cosa è successo, è prematuro commentare per adesso. Dico solo che Pogba ha già avuto tanti problemi fisici e conseguentemente psicologici, non è certo ciò che gli serve in questo momento e sarebbe un ulteriore dispiacere. Resto perplesso” ha concluso l’ex presidente della Juventus.