Pensioni, cosa fare se non si raggiungono i 20 anni richiesti come contributi minimi per la vecchiaia? Il quesito riguarda i lavoratori che possono vantare un numero di anni di contributi, ad esempio di 10 o 15 anni, non sufficienti per arrivare alla vecchiaia dei 67 anni, uscita quest’ultima soggetta agli aumenti del requisito anagrafico della speranza di vita.

Le soluzioni sono varie, ma occorre distinguere il sistema contributivo di appartenenza del lavoratore. Inoltre, il riscatto della laurea può agevolare l’uscita anticipata anche per chi abbia superato i 20 anni di contribuzione minima e punti a un meccanismo agevolato di pensione. In tal senso, il meccanismo comporta anche l’aumento dell’assegno nel calcolo della pensione. 

Vi sono soluzioni per chi non sia riuscito ad arrivare ai 20 anni minimi di contribuzione per la pensione di vecchiaia dei 67 anni. A tal proposito, è necessario distinguere il caso in cui il lavoratore appartenga al sistema contributivo (lavoro post 1995) da quello nel quale vanti contributi entro questo anno. 

Pensioni, cosa fare se non si raggiungono i 20 anni di contributi minimi?

Se i contributi sono stati versati tutti a partire dal 1° gennaio 1996, cioè nel meccanismo contributivo, i versamenti saranno utili per la pensione di vecchiaia all’età di 71 anni. Tale pensionamento è soggetto agli aumenti della speranza di vita.

Pertanto, è necessario attendere il decreto del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per sapere quale sarà l’età esatta di uscita. Fino al 2027 non ci saranno variazioni nel requisito anagrafico. Ciò che conta è l’aver versato almeno cinque anni di contribuzione nell’arco della vita lavorativa. 

Ecco le soluzioni tra pensione di vecchiaia a 71 anni e riscatti laurea e periodi privi di contribuzione

Diversamente, se i contributi siano stati versati prima del 1996, anche solo in maniera parziale, è necessario considerare che i 20 anni di contributi minimi diventano obbligatori per la pensione di vecchiaia a 67 anni. Per arrivare al perfezionamento dei contributi minimi richiesti è necessario accedere ad alcuni istituti previdenziali di riscatto, come quello della laurea, limitatamente agli anni previsti dal corso di studio frequentato. In alternativa, si possono effettuare versamenti volontari oppure riscattare, pagando, eventuali periodi che siano privi di contribuzione. Ai fini del raggiungimento dei 20 anni minimi per la pensione di vecchiaia non è previsto l’istituto del cumulo tra due gestioni differenti di previdenza. 

Pensioni 20 anni contributi, come aumentarli con il riscatto laurea?

Peraltro, il riscatto agevolato della laurea comporta vantaggi sia ai fini del raggiungimento dei requisiti necessari per accedere alle formule di pensione che per aumentare l’assegno stesso nelle procedure di calcolo del trattamento. A tal proposito, un lavoratore nato a metà degli anni ’60 e con 34 anni di contributi già versati da dipendente del pubblico impiego, potrebbe anticipare la propria uscita con il riscatto degli anni di corso universitari (quattro o cinque anni) per arrivare ai circa 43 anni di contributi richiesti per la pensione anticipata. Tale requisito contributivo è soggetto a variazioni della speranza di vita, ma solo a partire dal 2027.

Quanto conviene riscattare la laurea?

Con i quattro o cinque anni riscattati, il lavoratore potrebbe necessitare di un numero limitato di anni di lavoro, fino al conseguimento del requisito contributivo richiesto. Pertanto, il riscatto consente sia di raggiungere più agevolmente i criteri di uscita anticipata che di aumentare l’assegno mensile delle pensione stessa.