A oltre tre mesi dalla sua scomparsa, i carabinieri, coordinati dalla Procura di Firenze, torneranno a cercare Kata nell’ex hotel Astor, l’edificio occupato di via Maragliano dove la bambina di cinque anni viveva con la sua famiglia di origine peruviana e lo scorso 10 giugno è stata avvistata per l’ultima volta, prima che di lei si perdesse ogni traccia. A farlo sapere è l’edizione fiorentina del Corriere della Sera, secondo cui le ispezioni dovrebbero includere anche degli scavi sotto terra.
Bambina scomparsa a Firenze, si tornano a cercare tracce di Kata all’ex hotel Astor. E spunta una segnalazione
Poche ore fa ai microfoni di Morning News, un misterioso testimone aveva riferito di aver avvistato una bambina di origine sudamericana più o meno dell’età di Kata nella sala d’attesa di un ufficio delle Agenzie delle Entrate a Busto Arsizio, vicino Malpensa, pochi giorno dopo la scomparsa della piccola, il 14 giugno. Con lei, stando al suo racconto, c’era una donna che non parlava l’italiano.
Inizialmente non ho dato peso a quello che ho visto – ha spiegato l’uomo -, poi una sera guardando in tv un servizio sul caso ho deciso di fare una segnalazione.
A una passante la bimba avrebbe detto di chiamarsi Kata, diminutivo di Kataleya. È possibile che si trattasse proprio di lei? Se lo chiedono gli inquirenti che ininterrottamente, da oltre tre mesi, lavorano al caso della bambina scomparsa, cercando di rimettere insieme i pezzi di una vicenda i cui contorni, con il passare del tempo, non sembrano che confondersi.
L’unica cosa data per certo, per il momento, era che la bambina fosse stata portata via dall’ex hotel in cui viveva insieme alla famiglia: era stata cercata dappertutto, anche con l’aiuto di tecnologie sofisticatissime, senza successo. Il nuovo sopralluogo servirà ad accertarsi, anche con operazioni di scavo, che effettivamente lo stabile non celi sue tracce.
La pista dello scambio di persona e gli interrogatori in Perù
Dal Perù si attende, intanto, la risposta alla rogatoria richiesta dal procuratore aggiunto di Firenze Luca Tescaroli e i pm Christine von Borries e Giuseppe Ledda, che coordinano le indagini sul caso. L’obiettivo è riuscire ad ascoltare dei testimoni, 13 persone che potrebbero essere informate dei fatti, anche indirettamente, e che al momento si troverebbero in Sudamerica.
Tra loro ci sarebbero lo zio paterno di Kata e un narcotrafficante peruviano che, fino all’aprile del 2022, viveva a Firenze e che, secondo lo zio e il papà della bambina, potrebbe essere stato il vero bersaglio del sequestro. Secondo loro e secondo gli inquirenti, i rapitori, forse, avevano come obiettivo la figlia della donna che viveva con lui quando, circa un anno fa, sarebbe stato sottoposto a una grande perquisizione, facendosi trovare in possesso di oltre 13 kg di marijuana – poi sequestrata -, e non riuscendo a risanare i suoi debiti con chi gliel’aveva ceduta.
Si tratta di una pista come le altre, per il momento. Ma si è comunque deciso di tentarla, per non lasciare niente al caso.
L’uomo incappucciato citato da un investigatore in tv
Un’altra pista, emersa nelle scorse ore, riguarderebbe l’uomo incappucciato ripreso in una foto scattata dall’investigatore Walter Piazza nei giorni successivi alla scomparsa della bambina.
Una figura misteriosa che seguiva da vicino i genitori e lo zio di Kata e continuava, probabilmente, a prendere appunti – ha spiegato -. Mi ha colpito e ho scattato le fotografie, trasmettendole a chi di dovere.
Ciò che ci si chiede è se possa entrarci qualcosa con il rapimento della piccola. Perché, altrimenti, nascondeva il suo volto?
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