Continuano i disagi nell’organizzazione scolastica per l’anno accademico 2023-2024. Ancora tante le questioni da risolvere come mancanza di personale e gli edifici che crollano. Gli insegnati si uniscono nella protesta per farsi sentire.

La protesta degli insegnanti: mancano i docenti, non ci sono supplenti

L’anno scolastico 2023-2024 inizia con un clima di protesta da parte della Gilda degli insegnanti. La situazione, già precaria da tempo, sembra precipitare verso un’inevitabile crisi, nonostante i provvedimenti pensati dal Ministero dell’Istruzione. Mancano i docenti, i supplenti e gli insegnanti di sostegno si trovano con sempre maggiore difficoltà.

Sull’urgenza della questione si è espresso Rino Di Meglio, il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti che in un comunicato stampa ha ribadito la criticità in cui da anni ormai versa la scuola. Non ci sono più insegnanti in molte zone d’Italia, soprattutto al nord, dove l’aumento dei prezzi degli affitti della case e il generale aumento del costo della vita disincentiva i trasferimenti. Il ricorso al precariato è in aumento, destabilizzando così l’assetto organizzativo delle scuole. A tal proposito Di Meglio ha detto che:

“Non si conosce ancora il numero esatto delle immissioni in ruolo – afferma Di Meglio – ci auguriamo che la situazione sia migliorata rispetto agli anni scorsi, dove avevamo superato di gran lunga i 200.000 precari. Più insegnanti stabili avremo e meglio sarà per i nostri alunni”. 

Rino Di Miglio nel suo discorso ha insistito sull’importanza del ruolo dei docenti nella società, messo a repentaglio e appesantito da un’inefficiente organizzazione. Nel tentativo di smuovere le coscienze e di attirare l’attenzione pubblica su una problematica così delicata, ha sottolineato che:

“I docenti hanno la responsabilità di insegnare agli alunni, non si migliora la scuola affidandogli sempre nuove incombenze, improprie e relative a tutte le problematiche della società”.

Gli edifici scolastici continuano a crollare

Altra questione che anima la protesta degli insegnanti è lo stato in cui versano gli edifici scolastici che continuano a crollare. I fondi previsti per risolvere il problema dell’edilizia scolastica probabilmente dovranno essere restituiti perché non spendibili, poiché dipendono dai comuni e dalle provincie.

Lo Stato elargisce miliardi di euro da destinare alle scuole, in particolar modo ora con il PNRR, ma spesso si incorre in blocchi delle procedure perché si ricorre ad affitti privati.

Rino Di Miglio, parlando dei fondi destinati alle scuole, ha detto che:

“Sarebbe interessante avere un censimento da parte del ministero dell’Istruzione per verificare quanti edifici risultano di proprietà di privati e in locazione da parte degli Enti locali. Occorre spezzare questa catena, se si vuole intervenire per risolvere il problema e attuare provvedimenti straordinari”.

L’impegno della Gilda degli insegnati nella lotta alla situazione di precarietà che affligge la scuola continua, puntando soprattutto alla valorizzazione di quest’ultima sotto un punto di vista morale e culturale, ricordando la figura fondamentale che ricopre nella nostra società.

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