Tasse Partita IVA regime forfettario: il governo sta studiando un nuovo sistema di tassazione. Così, ben presto, potrebbe saltare l’acconto di novembre, e molti lavoratori in regime forfettario potrebbero vedere slittare il pagamento delle tasse sulla Partita IVA. Il governo Meloni sta intervenendo su una delle incombenze che rischia di affossare ulteriormente i lavoratori con Partita IVA, i quali già fanno i conti con il peso dell’inflazione e il repentino e continuo aumento dei prezzi al consumo. Vediamo come potrebbe cambiare l’acconto di novembre per la Partita IVA.

Tasse partita IVA: come cambia l’acconto per il regime forfettario

Il governo Meloni sta studiando un’alternativa per il pagamento delle tasse per le partite IVA in regime forfettario. La novità è contenuta negli emendamenti inclusi nella legge delega sulla riforma fiscale, approvata dalla Commissione Finanze della Camera. Di conseguenza, le partite IVA potranno optare per un pagamento rateale delle tasse a partire dal secondo acconto, ossia il pagamento delle imposte da versare entro il 30 novembre 2023.

Fino a oggi, il pagamento delle tasse per le partite IVA era fissato per il 30 novembre e doveva essere regolarizzato in un’unica soluzione entro il 30 novembre 2023. Tuttavia, le nuove regole non saranno applicate a tutte le partite IVA, ma solo ai lavoratori autonomi che soddisfano specifici requisiti. Esaminiamo nel dettaglio a chi sono rivolte le nuove disposizioni normative sulle tasse per le partite IVA e cosa cambia rispetto alla situazione attuale.

Quanto costa la Partita IVA forfettaria al mese?

 Nel regime forfettario, il costo dei servizi annuale per la partita IVA si aggira tra 400 e 500 euro. Se invece si applica il regime di contabilità semplificata, i costi dei servizi aumentano fino a circa 1.500 o 2.000 euro all’anno. Per maggiori dettagli riguardo ai costi per l’apertura della partita IVA”, ti consiglio la lettura di questo articolo.

 Quando si paga acconto regime forfettario?

La Partita IVA in regime forfettario è tenuta a versare un primo acconto del 50% entro il 30 giugno, con la possibilità di pagare entro il 30 luglio con una maggiorazione dello 0,4%. Il secondo acconto per la restante parte del 50% dovrà essere versato entro il 30 novembre.

Cosa succede se non pago l’acconto di novembre?

La partita IVA che salta il pagamento delle tasse o versa imposte in maniera insufficiente è soggetta a una sanzione del 30% applicata sull’imposta evasa. È possibile richiedere la riduzione tramite il ravvedimento operoso. Per approfondire le modalità di controllo dell’Agenzia delle Entrate, ti consiglio di consultare il seguente link.

Come verrebbe raggiunta l’equità orizzontale

L’equità orizzontale verrebbe raggiunta sulla base di questi criteri previsti dall’articolo 5 (Principi e criteri direttivi per la revisione del sistema di imposizione sui redditi delle persone fisiche) per la revisione dell’Imposta sulle persone fisiche – Irpef, attraverso:

  • l’applicazione della stessa area di esenzione fiscale e dello stesso carico impositivo Irpef indipendentemente dalla natura del reddito prodotto; la possibilità del contribuente di dedurre i contributi previdenziali obbligatori;
  • l’introduzione generalizzata della tassazione incrementale sull’eccedenza di reddito;
  • si dispone inoltre l’inclusione nel reddito complessivo rilevante ai fini delle agevolazioni anche dei redditi assoggettati ad imposte sostitutive e a ritenute alla fonte. Con riferimento ai redditi agrari, i principi introdotti sono essenzialmente diretti a favorire ed agevolare l’aggiornamento delle classi e qualità di coltura precisando la linea di confine tra attività produttive di reddito agrario ed attività produttive di reddito d’impresa a estendere a specifici redditi il regime del reddito agrario e a istituire un regime di favore per i redditi ottenuti da soggetti titolari di pensione o di redditi modesti che svolgano attività agricole.

Per quanto riguarda i redditi dei fabbricati, prevista la possibilità di applicare il regime della cedolare secca agli immobili adibiti ad uso diverso da quello abitativo. Per maggiori dettagli, si rimanda al dossier Delega al Governo per la riforma fiscale.

Quali sono le novità sulle tasse per la partita IVA in regime forfettario?

Il governo Meloni ha previsto diverse novità per la partita IVA, in modo particolare sono previsti diversi interventi che riguardano il meccanismo di tassazione del reddito delle persone fisiche.

In sostanza, si punta a un rinvio del pagamento dell’acconto delle imposte di novembre 2023. Questo sistema permetterebbe alla partita IVA di far quadrare i conti con una maggiore elasticità.

Tuttavia, come detto, non tutte le partite IVA potranno accedere a questo incentivo; sarà necessario rientrare in diversi parametri per beneficiare del vantaggio sul pagamento delle tasse. Molto probabilmente, verrà introdotto un tetto sul fatturato come parametro per determinare l’ammissibilità.

Ciò significa che sarà necessario superare una soglia specifica per essere considerati partite IVA in grado di regolarizzare il pagamento senza difficoltà. Al contrario, coloro che rientrano nei limiti previsti dalla normativa potranno optare per un pagamento rateale suddiviso in almeno 6 rate.

In questo modo, il contribuente dovrà effettuare piccoli versamenti a partire da gennaio e fino a giugno 2024.

In conclusione, se le nuove regole contenute nella riforma fiscale saranno approvate definitivamente, sarà possibile rateizzare le imposte dovute sul secondo acconto, che scade il 30 novembre, garantendo così maggiore flessibilità ai lavoratori autonomi e ai professionisti con Partita IVA.