L’obesità è diventata una delle sfide più pressanti per la salute pubblica, con milioni di persone in tutto il mondo che lottano con questa grave condizione che limita la vita di tutti i giorni.

Solo in Italia ci sono 17 milioni di persone in sovrappeso e 4 milioni di persone obese.

Ma c’è un’ottima novità: una nuova pillola per dimagrire innovativa. Questa scoperta sta attirando l’attenzione della comunità medica e di coloro che desiderano perdere peso in modo efficace.

In questo articolo, esploreremo in dettaglio questa nuova pillola per dimagrire e come potrebbe rappresentare una soluzione concreta nella battaglia contro l’obesità.

In cosa consiste la nuova pillola per dimagrire?

Questa nuova pillola ha come principio attivo l’Orforglipron, un farmaco sperimentale orale per la perdita di peso e per trattare il diabete di tipo 2.

Attualmente si ritrova già sul mercato come Ozempic o Trulicity, che però vengono somministrati per iniezione, una volta a settimana, come la puntura dimagrante di semaglutide.

La pillola, invece, sarebbe una vera rivoluzione, anche per chi ha paura degli aghi. Andrebbe presa una volta al giorno e si potrebbero subito vedere gli effetti dimagranti.

Orforglipron è un agonista del recettore del peptide-1 (GLP-1) non peptidico che agisce legandosi ai recettori del GLP-1 e stimola il rilascio di insulina dal pancreas quando necessario. Questo farmaco è in grado anche di rallentare il modo in cui il cibo viaggia attraverso il tratto digestivo. Questo può aiutarti a sentirti sazio più a lungo, a ridurre la quantità di cibo e a portare alla perdita di peso.

A sei mesi dall’inizio dello studio, i gruppi che hanno assunto il farmaco hanno avuto una riduzione del peso compresa tra l’8,6 percento e il 12,6 percento, contro il 2% del gruppo placebo. Al nono mese la riduzione è arrivata fino al 14,7 percento nei gruppi trattati. Un risultato eccezionale che fa ben sperare!

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Quali sono gli effetti collaterali dell’Orforglipron?

Gli effetti collaterali più comuni riscontrati durante lo studio sono stati eventi gastrointestinali da lievi a moderati come nausea, stitichezza, diarrea, dolore addominale o vomito.

Quanto è efficace orforglipron?

I risultati di due studi di fase 2, finanziati da Eli Lilly, hanno evidenziato risultati positivi riguardo all’orforglipron in confronto al placebo. Inoltre, Frias et al. (2023) hanno condotto un confronto con dulaglutide (Trulicity).

Uno studio di fase 2, randomizzato e in doppio cieco, coinvolgente 272 partecipanti con un peso medio iniziale di 108,7 kg (con un BMI medio di 37,9 kg/m2), ha riportato i seguenti risultati (Warton, et al. 2023):

  • Il 46%-75% delle persone che hanno assunto orforglipron entro la settimana 36 ha registrato una perdita di peso di almeno il 10%, rispetto al solo 9% delle persone che hanno ricevuto il placebo (una compressa inattiva).
  • La variazione media rispetto al peso iniziale è stata una perdita che varia dal 9,4% al 14,7% con orforglipron, rispetto a una perdita del 2,3% con il placebo.
  • Lo studio ha raggiunto tutti i miglioramenti prestabiliti nel peso e nelle misure cardiometaboliche.
  • Gli effetti collaterali più comuni sono stati eventi gastrointestinali da lievi a moderati, che hanno portato alla sospensione dell’orforglipron nel 10%-17% dei partecipanti.

Un secondo studio di fase 2, randomizzato e in doppio cieco, coinvolgente 383 partecipanti con un BMI medio di 35,2 kg/m2, ha riportato quanto segue (Frias, et al. 2023):

  • Dosaggi di orforglipron da 12 mg e superiori hanno mostrato significative riduzioni dell’HbA1c e del peso corporeo rispetto al placebo o a dulaglutide.
  • Alla settimana 26, si è verificata una riduzione dell’HbA1c fino al 2,1% con orforglipron, 0,43% con placebo e 1,10% con dulaglutide.
  • È stata osservata una riduzione del peso corporeo di 10,1 kg con orforglipron dopo 26 settimane, rispetto a una perdita di 2,2 kg con il placebo e di 3,9 kg con dulaglutide.
  • Eventi avversi sono stati segnalati nel 61,8%-88,9% dei pazienti trattati con orforglipron, rispetto al 61,8% con placebo e al 56% con dulaglutide.
  • La maggior parte degli eventi avversi erano eventi gastrointestinali da lievi a moderati. Un’ipoglicemia clinicamente significativa è stata segnalata in 3 pazienti con orforglipron e in 1 paziente con dulaglutide. Ottanta pazienti non hanno completato le 26 settimane di trattamento.

In conclusione, i risultati di questi studi di fase 2 sull’orforglipron alimentano buone speranze. Le evidenze indicano che questa nuova terapia potrebbe rappresentare una promettente opzione per la gestione del peso corporeo e del diabete.

La significativa riduzione dell’HbA1c e del peso corporeo osservata nei partecipanti trattati con orforglipron suggerisce che potrebbe avere un impatto positivo sulla salute delle persone con obesità e diabete.