Carlo Calenda traccia la rotta di Azione sul futuro e auspica la nascita di “un’area repubblicana composta da liberal democratici, popolari e riformisti, che abbia come bussola la cultura di governo”. Il segretario del partito liberale si è raccontato durante un’intervista a La Repubblica.
A proposito del Partito Democratico e di una possibile divisione interna, Calenda sottolinea di non aver “mai voluto distruggere” i dem. Sotto la guida di Elly Schlein, però, il Pd “si è spostato molto verso la sinistra radicale“.
Vedo invece difficile una convivenza nel Pd di anime così diverse. Da quando i dem, insieme a Renzi, hanno scelto di salvare i 5 Stelle con il Conte 2 hanno costruito un nemico a sinistra. E, come diceva l’antico detto radicale francese ‘pas d’ennemi à gauche’: il Pd ha oggi il suo principale competitor nei 5S. Basti vedere gli applausi alla Festa dell’Unità di Ravenna a Giuseppe Conte. Inevitabilmente le proposte della segretaria dem sono rivolte a quell’elettorato.
Calenda sul futuro del Pd, il segretario di Azione: “Non è più quello di Prodi e Veltroni”
A proposito del Pd, la notizia di questi giorni è proprio quella del passaggio di trenta esponenti liguri del Partito tra le fila di Calenda. Il segretario di Azione sottolinea come la vocazione maggioritaria del Pd sia “finita”, perché “è finita la capacità di fare una sintesi tra social democratici, liberal democratici e popolari”.
Il Pd non è più quello di Romano Prodi e Walter Veltroni. È inevitabile che il Pd si ‘specializzi’ per fronteggiare il competitor 5 Stelle. Non è una critica nei confronti di Schlein che ha portato il Pd sulla linea per cui è stata votata. Con lei lavoreremo in vista della Finanziaria a una proposta sulla sanità, così come abbiamo fatto sul salario minimo. Ma è chiaro che la sua idea di ambiente, diritti e economia è molto radicale per una parte degli elettori e della classe dirigente del Pd.
E in merito al passaggio dell’ex ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti da Italia Viva ad Azione, il segretario parla di un “grande fermento” intorno al partito.
Altri arrivi ci saranno dagli stessi partiti da cui già ci sono stati. Mi fermo qui.
Una chiosa sull’annuncio, da parte del nemico-amico Matteo Renzi, di lanciarsi nell’avventura delle prossime elezioni europee con “Il Centro”.
Auguri. Ma non è un progetto politico, è un cartello elettorale per superare lo sbarramento.
A proposito di europee, stuzzicato dall’intervistatrice, alla domanda “con chi correrà?”, Calenda glissa e rimanda la decisione.
All’inizio di ottobre decideremo: stiamo parlando con +Europa di Riccardo Magi e con i liberal democratici europei che siedono in Renew Europe.