Cosa sono e come funzionano i parental control? L’accorgimento per i contenuti digitali è sempre più uno strumento importante per impedire che i figli visionino video o immagini a loro non dedicati.

Con la recente approvazione del decreto legge Caivano, il focus infatti è prepotentemente tornato sulla tutela dei minori e su come difenderli da violenze di ogni genere.

Il fenomeno della violenza e degli atti sessuali espliciti in rete è sempre più dilagante. Oggi anche i ragazzi al di sotto dei 18 anni possono facilmente accedere a qualsiasi contenuto anche a loro non dedicato. Ne consegue che i minori non riescono a capire la gravità dei gesti visionati e si sentono purtroppo sempre più spesso autorizzati ad emulare questi comportamenti.

I dati di una recente ricerca diffusa da Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche (Siccup) parlano di un bambino su quattro sotto i sei anni che naviga in rete senza alcuna supervisione, mentre l’età di utilizzo dei social si è vertiginosamente abbassata ai 9 anni.

La crescente violenza sociale e gli episodi che riguardano sempre più i giovanissimi ha indotto il governo a rafforzare queste misure. La ministra della Famiglia Eugenia Roccella ha proposto di garantire i servizi parental control in maniera gratuita, su ogni dispositivo e con immediata facilità di attivazione da parte dei genitori.

Cosa sono i parental control: fondamentale accorgimento a tutela dei minori

Il Parental control è un software che limita o blocca contenuti non adatta alla visione di bambini o ragazzi al di sotto dell’età legale. Si tratta di un servizio che è in grado di verificare l’idoneità di un film, video o immagine: un importante supporto genitoriale per impedire che i figli più piccoli vengano a contatto con materiale violento o sessualmente esplicito.

In italiano la dicitura inglese è spesso convertita con il termine controllo parentale, anche se sarebbe più corretto tradurre in controllo genitoriale.

Proprio i genitori attivano il servizio per esempio sulle piattaforme di streaming digitale o sulla navigazione in rete. In questo modo possono controllare i contenuti fruibili dai figli e tutelarli da indesiderate minacce alla loro crescita.

Esistono tuttavia diversi tipi di parental control, e per questo motivo sarebbe meglio riferirsi a loro con il plurale. Questo perché i software di filtro sono sviluppati da diverse aziende: in alcuni casi si tratta di applicazioni già implementate nel servizio di streaming digitale, in altri invece si tratta di estensioni da installare autonomamente, come nel caso della navigazione web da browser. Generalmente i parental control sono funzioni a pagamento; nel caso di piattaforme streaming il servizio è già compreso nell’abbonamento.

Questi accorgimenti tecnologici permettono anche di controllare e limitare il numero di connessioni o il tempo di utilizzo di social, smartphone o giochi online ai propri figli. Uno strumento potente, insomma, per cercare di controllare il sempre più abuso della tecnologia informatica.

Come si attivano

Il blocco si può attivare in diverse modalità. La versione più immediata è definire una “white list”, vale a dire un elenco prestabilito di programmi, contenuti o film consentiti anche ad un pubblico di minorenni. Nella maggior parte dei casi, la modifica alle impostazioni decise dal genitore è protetta da password in modo che i figli non possano manomettere questa funzione.

Alternativamente i genitori possono impostare un filtro “black list”, in cui rientreranno tutte le parole chiave di ricerca che rimandano a contenuti non appropriati, come siti pornografici o di scommesse. In questo modo avranno un controllo più limitante sulle attività online dei figli.

Nella maggior parte dei casi delle piattaforme di streaming digitale, è necessario creare due account sul dispositivo: il primo su cui avrà unicamente accesso il genitore deciderà le impostazioni di navigazioni e il secondo sarà destinato alla fruizione dei figli.

 La funzione “kids” di alcune app garantirà invece che il bambino possa usare uno smartphone senza spiacevoli inconvenienti. La più famosa estensione destinata ai più piccoli è implementata su YouTube e protegge i bambini dalla visione di contenuti per loro disturbanti.

Una simile funzione è attivabile anche su TikTok tramite l’opzione “modalità limitata”.

Per la navigazione web invece i più grandi produttori di browser invitano ad installare le loro estensioni adatte alla tutela dei minori. Google dispone di Family Link, mentre Microsoft ha la funzionalità di Family Safety.

Anche il settore videoludico si è allineato: Microsoft ha un complesso sistema chiamato Xbox Family Settings che permette non solo di selezionare i contenuti ma anche di controllare orari di gioco e notifiche in arrivo da altri utenti. Sony con un apposito filtro disponibile su PlayStation 5 nasconde direttamente i videogame vietati alla fascia di età del giocatore.