Oggi, 10 settembre, si celebra, a livello internazionale, la giornata mondiale per la prevenzione dei suicidi. Si tratta di un importante evento, meglio conosciuto con la dicitura inglese World Suicide Prevention Day, dedicato a questo drammatico fenomeno che colpisce la popolazione. L’obiettivo principale di questa giornata è, come si intuisce dal nome, quello di prevenire atti che spingono le persone a togliersi la vita. Lo si può fare soprattutto promuovendo forme di consapevolezza sulla salute mentale e attività di sensibilizzazione.
Giornata mondiale per la prevenzione dei suicidi: perché è importante
La giornata mondiale prevenzione suicidi ricorre ogni anno il 10 settembre. A promuoverla è l’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, in collaborazione con la Federazione Mondiale per la salute mentale e all’Associazione Internazionale per la prevenzione al suicidio. Questa ricorrenza è molto importante per focalizzare l’attenzione pubblica su un tema delicato ma di cui purtroppo oggi si parla ancora troppo poco. E questo non vale solamente per l’Italia, ma anche per tanti altri Paesi nel mondo.
In primo luogo è necessario promuovere la consapevolezza, sia tra la comunità scientifica, sia tra i semplici cittadini, sull’importanza della prevenzione. In secondo luogo bisogna sensibilizzare tutte le persone su quello che è un problema di sanità pubblica internazionale. L’argomento dunque non deve riguardare solo specialisti, psicologi e psichiatri. Più un bacino di soggetti ha nozioni sul tema, più sarà facile individuare segnali di allarme.
È vero infatti che noi spesso non ci accorgiamo della gravità di una situazione o le persone che potrebbero togliersi la vita da soli a volte sono insospettabili. Per questo è fondamentale saper riconoscere gli indizi e agire per tempo. Questo è appunto l’obiettivo di tale giornata mondiale. Attivare ampie campagne di prevenzione per ridurre il numero delle vittime.
Lo slogan scelto per il triennio 2021-2023 è “Creating hope through action”. Cioè “Agire per costruire speranza”. Lo hanno selezionato i membri dall’Association for Suicide Prevention (IASP). Questo perché a volte i comportamenti suicidari che portano le persone a compiere gesti estremi potrebbero essere individuati e prevenuti.
È bene ricordare inoltre che questi atti non sono collegabili solo a malattie psichiatriche. Oltre all’ambito sanitario, è giusto tenere in mente anche quello sociale, economico e relazionale del soggetto. Inoltre non dobbiamo dimenticare anche i survivor, cioè coloro che vivono un lutto in seguito al suicidio di una persona cara. La giornata di oggi serve anche a porre l’attenzione su di loro, su quelli che “sopravvivono”.
I dati in Italia
Secondo quanto riportato sul sito dell’Iss, l’Istituto superiore di sanità, ogni anno nel nostro Paese si verificano all’incirca 4mila decessi per suicidio. I dati Istat differiti al 2016, raccolti nel documento dal titolo “Indagine sulle cause di morte”, riportano che circa il 78% dei morti sono uomini. Per le donne invece il tasso di mortalità è nettamente più basso (3,0 per 100mila). Tali atti sono più frequenti nel Nord Italia e nelle regioni del Nord-Est. I numeri calano nelle regioni del Sud.
Inoltre, secondo gli esperti, si legge sul sito dell’Iss:
In Italia, i tassi di suicidio tra gli uomini sono inoltre inversamente proporzionali alla densità di popolazione, verosimilmente in quanto gli uomini sono più vulnerabili a fattori sociali ed economici avversi associati a una minore densità di popolazione .
I dati nel mondo
Sebbene al momento non abbiamo dei dati precisi e aggiornati ad oggi per quanto riguarda il numero di suicidi nel mondo, vi riportiamo che si stima un tasso di mortalità di 14,5 su 100mila abitanti. Ciò vuol dire che ogni anno circa un milione di persone muore per questo. Capiamo dunque che si tratta di un’enorme tema che non va affatto trascurato. Cosa fare allora?
Oggi più che mai è necessario che i governi internazionali mettono in atto nelle politiche precise per quanto riguarda la sanità pubblica. Ma non solo. È importantissimo compiere azioni e attività di prevenzione che siano davvero efficaci e che possano arrivare a più persone possibili. Da studiare e indagare poi non è solamente l’atto in sé e come mai adesso si è verificato, ma anche l’enorme impatto che questo gesto ha sui survivor e sulle varie comunità.