Mentre continuano gli scontri, gli attacchi di droni e le elezioni organizzate dalla Russia (e considerate illegittime), il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un messaggio Telegram ha assicurato che la controffensiva sta andando avanti tenacemente: “Il territorio del nostro Stato è vasto. Ma non ne lasceremo un solo centimetro agli invasori russi“. Zelensky ha affermato orgogliosamente che “l’Ucraina si ricorderà sempre di tutto il suo popolo, proteggerà il suo popolo e darà libertà e forza a tutte le sue città“. Nel frattempo, le forze di difesa ucraine stanno avanzando a sud di Robotyne, nella regione di Zaporizhzhia, di Klishchiivka e del Donetsk. Qui hanno consolidato le loro posizioni e liberato gradualmente i territori occupati. Stando alle informazioni condivise dallo Stato maggiore, durante la giornata si sono verificati 26 scontri in prima linea.

Continua la controffensiva, Zelensky: “Non lasceremo un solo centimetro di territorio agli invasori russi”

Da giugno, Kiev invia droni nel territorio russo quasi ogni giorno e questo fine settimana non fa eccezione. Anche nelle ultime ore, e più precisamente intorno alle 19.30 di ieri, le difese aeree russe hanno abbattuto un drone ucraino sopra la Crimea. Nel comunicato del ministero della Difesa russo si legge: “Si è registrato un tentativo da parte del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico utilizzando un Uav contro obiettivi sul territorio della Federazione Russa“. Ma non si tratta solo di droni. Il ministero della Difesa russo ha comunicato di aver distrutto, con un intervento dell’aviazione, tre motoscafi ucraini nel Mar Nero, vicino all’Isola dei Serpenti, anch’essi diretti in Crimea. 

All’interno dei confini del territorio ucraino la situazione è simile. Poco prima di mezzanotte ora locale il comando dell’aeronautica militare di Kiev ha diramato in varie regioni settentrionali (di Chernihiv, Sumy e Kiev) un allarme per attacco aereo. Il sindaco di Kiev, Vitaliy Klychko, ha messo in allerta la popolazione della capitale, segnalando una “caduta di detriti nei quartieri Sviatoshyn, Shevchenkiv e Podilsky“. Se si guarda all’Ucraina orientale e meridionale, qui la Russia ha schierato più di 420.000 soldati nelle aree occupate, numero reso noto dal vice capo dell’intelligence presso il ministero della Difesa ucraina, Vadym Skibitsky.

Frammenti di droni sono stati trovati anche sul territorio della Romania, a circa due chilometri a sud-est del villaggio rumeno di Plauru, sulla sponda opposta del Danubio rispetto al porto ucraino di Izmail. Il ministero della Difesa rumeno ha descritto i frammenti come appartenenti a droni “simili a quelli usati dall’esercito russo“. Il presidente rumeno Klaus Iohannis ha dichiarato in un comunicato che i ritrovamenti indicano che si è di fronte a “una violazione assolutamente inaccettabile dello spazio aereo sovrano della Romania, un alleato della Nato, con rischi reali per la sicurezza dei cittadini“. Di conseguenza, Iohannis ha prontamente informato del ritrovamento il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.

L’Estonia all’Onu: “Il voto nei territori occupati da Mosca è illegittimo” 

Anche il rappresentante dell’Estonia presso l’Onu, Rein Tammsaar, intervenendo alla riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a nome dei tre Stati baltici, ha apertamente condannato le elezioni nei territori occupati da Mosca:

Le elezioni tenute dalla Russia nei territori illegalmente occupati dell’Ucraina rappresentano una grave violazione della Carta delle Nazioni Unite e dell’indipendenza, della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Il Cremlino sta seguendo il copione già usato in altri territori occupati, minacciando e intimidendo i civili affinché votino in occasioni di elezioni fittizie e legittimino l’occupazione. Si tratta di palesi violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani, compresa la Convenzione di Ginevra.

Tammsaar ha successivamente chiesto che i risultati delle elezioni tenute nei territori occupati non vengano riconosciuti e che la Russia sia giudicata per le violazioni commesse.