Matteo Garrone è il vincitore per l’Italia nel palmares di Venezia 80, ma probabilmente lo è un po’ nel cuore di tutti per le fortissime tematiche sulla migrazione trattate nel commovente ed intenso “Io, Capitano”. È vero che siamo in Italia, ma non è un caso che le prime domande anche dalla stampa estera siano per lui e non per il Leone D’Oro Yorgos Lanthimos che se la ride e punta decisamente all’Oscar. Un premio assegnato dalla giuria presieduta da Damien Chazelle non all’unanimità, ma che rappresenta la varietà dei film proposti.
Matteo Garrone premiato a Venezia 80, la voglia di non toccare temi politici nei video con le sue risposte
Matteo Garrone è incalzato subito dalla stampa, che definisce il suo film come politico ma si smarca immediatamente come già fatto nell’incontro ufficiale di presentazione di “Io, Capitano”: “Questo non vuole essere un film politico, vogliamo raccontare un viaggio da un punto di vista diverso, quello di due ragazzi. Raccontiamo una profonda ingiustizia. Un tema etico, di violazione dei diritti umani basilari. Volevo raccontare il viaggio per far vivere allo spettatore ciò che subiscono da una prospettiva diversa. Io Capitano è un viaggio epico. E i protagonisti rappresentano l’epica contemporanea”“, poi si augura che il suo film possa essere visto in tutta Europa per portare voce e luce. Un Garrone attento a non cadere mai in errore, con seduto al suo fianco Seydou Sarr che ha vinto il premio come miglior attore esordiente e che spiega semplicemente: “Abbiamo voluto mostrare ciò che accade”.
Lanthimos trionfatore assoluto, i ringraziamenti alla sua interprete
Yorgos Lanthimos è sorridente con in mano il Leone D’Oro, ma vuole subito chiarire come già fatto precedentemente che il merito è in gran parte della sua straordinaria interprete con cui è alla quarta collaborazione: “Non è stato difficile tornare a lavorare con Emma Stone, abbiamo lavorato bene ne La Favorita. Quando le ho parlato di questo film, del romanzo da cui è tratto, è subito salita a bordo del film, entrando subito nelle dinamiche della sceneggiatura”. Lei non ha potuto vincere la Coppa Volpi femminile perché il regolamento vieta che il Leone D’Oro possa avere anche un riconoscimento per gli artisti, ennesima beffa dopo la sua assenza a causa dello sciopero SAG: “Mi dispiace che Emma non sia potuta venire, ma comprendo la causa dello sciopero. C’è stato amore sul set, ed è un peccato non poter festeggiare insieme. I premi? Non so cosa rende un film candidabile all’Oscar o no… Prenderemo ciò che arriva”, chiosa sorridendo dato che adesso come già accaduto per “La Forma dell’Acqua” di Guillermo del Toro e “Joker” di Todd Phillips è il grande favorito.
Le Coppe Volpi sorprendenti
Quando era stato annunciato un premio per Memory molti eran o convinti che potesse andare a Jessica Chastain come miglior attrice, invece la Coppa Volpi è andata a Peter Sarsgaard che già sul palco aveva dimostrato di essersela meritata con il suo appello contro l’intelligenza artificiale: “Non posso pensare ad un premio migliore, perché questo è un film speciale. Vorrei gettare luce su questa opera, che parla sospirando. E i premi aiutano i film delicati. È pieno di umanità”, dedicandolo poi alla moglie Maggie Gyllenhaal al suo fianco in questa settimana al Lido in cui è stata anche lei impegnata per i diritti delle donne con Miu Miu. La grande sorpresa è stata il premio alla miglior attrice andato a Cailee Spaeny per Priscilla, con dedica alla protagonista che era stata al suo fianco sul red carpet il giorno della prima: “Ci siamo sentiti al telefono, con Priscilla. Lei è stata la parte fondamentale, mi ha permesso di capire come interpretare il ruolo. Sono contenta di aver vinto, anche per lei”.