Dal palco della ‘Casa del Jazz’ di Roma, per la festa de ‘il Fatto quotidiano’, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha risposto a tutto campo alle ultime azioni del governo Meloni.

Schlein riprende il comando del Partito Democratico

In jeans e giacca bianca la segretaria si è presentata per rispondere alle domande di due giornalisti del Fatto, Vanda Marra e Antonio Padellaro. E la prima domanda ha riguardato proprio gli ultimi eventi come la lettera degli esuli liguri che sono passati dal Pd ad Azione.

“Noi abbiamo svolto un congresso dopo una sconfitta molto dura alle elezioni politiche. Molti commentatori parlavano di fine del Pd. Così non è stato perché abbiamo fatto un confronto vero. Questo è il segno di un partito vitale, tutt’altro che morto. Quando qualcuno decide di andare viva è sempre un dispiacere, ma se qualcuno non vuole un Pd che si batte per un lavoro di qualità, forse l’indirizzo era sbagliato prima. Se il Pd avesse fatto tutto bene in questi anni, una come me non avrebbe mai vinto il congresso: il cambiamento incontra sempre resistenze”.

Una situazione interna costellata di tante crepe evidenti anche ai non addetti ai lavori, la segretaria però ha voluto essere chiara riguardo alla strada da prendere.

Anche quando ha dovuto destreggiarsi per rispondere ad una domanda indiretta sul presidente della Campania Del Luca, da sempre troppo critico con laei. “Terzo mandato per i governatori? Non è previsto dalla legge, sul tema c’è discussione interna al Pd” .

Schlein: “Questo governo sta già distruggendo la sanità pubblica”

Quando però si parla di cose concrete si finisce sempre per parlare di fondi e coperture. E se il tema è la sanità pubblica per tutti, allora la segretaria Schlein non può far altro che sdrammatizzare le notizie che vedono altri tagli previsti nella prossima manovra.

Il dito è puntato verso il governo Meoni che “ha invertito questa tendenza” negli ultimi anni di aumento della spesa in sanità. “Il governo Meloni sta già tagliando la sanità pubblica di questo paese”.

Ripete la segretaria che insiste sul bisogno di personale medico e quando le fanno notare la mancanza di fondi, lei risponde che “non è vero che i soldi non ci sono: quando si è trattato di dare soldi alle squadre di seria A li hanno trovati“.

Sulla guerra in Ucraina arrivano i fischi

L’inizio della segretaria è combattivo e lo sente anche il pubblico, ma poi sui temi la musica si appiattisce sulla solita litania che genera non qualche malumore.

Mugugni che si trasformano presto in fischi quando la Schlein viene invitata a rispondere ad una domanda sulla guerra in Ucraina.

“Credo sia giusto continuare a sostenere Ucraina, ma non basta quello che l’Europa sta facendo. Non aspettiamo che cada l’ultimo fucile per parlare di pace. Ho visto con grande speranza il tentativo portata avanti da Papa Francesco, dal cardinale Zuppi e dal Vaticano. È un tentativo giusto ed è giusto sia portato avanti”.

Dal PD una nuova agenda che unisca la sinistra

La segretaria ha difeso anche il commissario Gentiloni sotto attacco in questi giorni da parte di buona parte della maggioranza, compresa la premier Meloni.

“Quando ho visto il volgare attacco a Gentiloni, ho pensato che questo governo non trovando risposte cerca un nemico e lo ha trovato in Paolo Gentiloni. Con questi attacchi dimostrano che questa battaglia per l’Italia a Bruxelles non la stanno facendo

Nonostante la segretaria sia incalzata dai giornalisti, la visione è lucida anche nella scelta delle priorità che andranno a riempire la futura agenda della sinistra: lavoro, transizione ecologica, Europa.

Un lavoro che dovrà per forza di cose passare da un confronto tra le varie parti che compongono la litigiosa opposizione al governo Meloni. Gli attacchi al PD sono ogni giorno più numerosi e arrivano il più delle volte da altre forze di opposizione.

Questo forse sarà uno dei compiti più difficili per la segretaria del Pd, cercare di trovare il modo giusto per guidare in maniera compatta le opposizioni.

Perché solo le opposizioni unite possono cercare di contrastare quel “attacco ideologico” che tanto piace alla politica, di destra e di sinistra, quando non ha voglia di parlare di analisi concrete.