Il Covid-19 rappresenta ancora un fattore di rischio per alcune categorie di persone e, per questo, Andrea Antinori dell’Inmi Spallanzani, ritiene sia necessario cambiare il sistema di monitoraggio dell’andamento del virus.

Covid, Antinori dello Spallanzani propone di cambiare sistema di monitoraggio: “Focus sulla malattia, non sull’infezione”

Il Covid-19 sta gradualmente diventando un’influenza comune e stagionale ma resta il fatto che le nuove varianti emerse negli ultimi tempi hanno continuato a rappresentare un fattore di rischio per la popolazione.

Mentre alcuni virologi, come Matteo Bassetti, predicano la calma, ritenendo che i dati non facciano emergere una situazione di rischio evidente, altri specialisti sostengono, pur senza troppi allarmismi, che sia necessaria ancora un po’ di prudenza. Lo ha detto in esclusiva a Tag24 Ilaria Capua, raggiunta alla Mostra del Cinema di Venezia dove è stata premiata al ‘Women in Cinema Award’, e sembra andare in questa direzione la recente circolare del Ministero della Salute sui tamponi ai sintomatici negli ospedali.

Di questo stesso avviso è anche Andrea Antinori, direttore del Dipartimento clinico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive ‘Lazzaro Spallanzani’.
Antinori rileva come l’aumento dei contagi nelle ultime settimane non abbia, effettivamente, portato a conseguenze particolarmente drammatiche per gran parte della popolazione. Tuttavia, sottolinea, per alcuni individui il coronavirus continua a rappresentare un forte rischio ed è nei loro confronti che andrebbe

“La malattia oggi, per la persona giovane adulta e sana è clinicamente non rilevante. Al contrario, nei fragili, grandi anziani e immunodepressi, il Covid rimane un problema. È su di loro che vanno mirate le misure di protezione e gli interventi di prevenzione, primo fra tutti la vaccinazione”.

Antinori ritiene, quindi, che vada rafforzata la protezione di questa categorie di individui e propone un cambiamento radicale della rilevazione dei casi di contagio.

“Sarebbe auspicabile passare a un sistema che più che misurare i nuovi casi o l’incidenza, che raffigurano l’andamento della malattia nella popolazione generale, dove il virus oggi non dà problemi, si concentri sui casi ricoverati in ospedale, sui casi gravi. Seguendo l’evoluzione della pandemia, anche il monitoraggio dovrebbe oggi focalizzarsi non tanto sull’infezione ma sulla malattia. Per caratterizzare quella che è oggi la popolazione a rischio, e concentrare su queste persone gli interventi di sanità pubblica”.