Superbonus, ecco come cambia l’attuale 90% – e, in molti casi, ancora il 110% – nel 2024. Nel prossimo anno potranno accedere al bonus che offre un’ampia agevolazione (a tal proposito è da vedersi cosa farà il governo sulle percentuali), solo chi avrà un coefficiente reddituale riferito alla famiglia non elevato. Anzi, considerando i 15mila euro di tetto del parametro, può dirsi che il superbonus del prossimo anno andrà a vantaggio quasi interamente a chi ha una bassa retribuzione.

Si consideri inoltre che, proprio nei giorni scorsi, l’Agenzia delle entrate è intervenuta per chiarire che i lavori in superbonus 90% – quelli relativi ai lavori iniziati nel 2023 – devono avere quale immobile l’abitazione principale del committente degli interventi stessi, di ristrutturazione e di efficientamento energetico.

Superbonus, come cambia il 110% nel 2024: ecco le ultime novità

Novità importanti sono attese dunque sul superbonus del 2024. Ci sarà più spazio al criterio del quoziente famigliare di reddito per poter beneficiare del bonus. E forti limitazioni alla cessione del credito di imposta o alla circolazione dello sconto in fattura, a meno di cambiamenti dell’ultima ora.

Ad oggi, il superbonus 90% applicato sulle villette e sulle unità unifamiliari prevede che il coefficiente reddituale della famiglia non debba eccedere i 15mila euro. E che l’immobile oggetto di intervento debba essere di proprietà del committente, il quale potrebbe vantare anche un diritto reale di godimento, purché si tratti di principale abitazione.

Resta da vedere cosa deciderà il governo per i lavori in superbonus dell’altra platea degli interventi, quelli sui condomini. Il superbonus per i nuovi lavori del prossimo anno, da normativa degli scorsi anni, scenderà dal 1° gennaio 2024 al 70%, mettendosi in una scomoda posizione di concorrenza degli altri bonus edilizi minori che offrono percentuali (o vantaggi) equiparabili.

Superbonus, come cambia il 110% nel 2024: si accede al bonus solo entro certi limiti di reddito

In attesa di sapere cosa farà il governo con la proroga sui lavori dei condomini – che potrebbe confermare il 110% fino al 31 marzo 2024 purché entro il 30 settembre prossimo lo stato di avanzamento dei lavori tocchi almeno il 60% o il 70% – è stato depositato alla Camera un disegno di legge da Alberto Gusmeroli della Lega che prevede un riordino del superbonus.

La novità confermerebbe l’adozione del coefficiente reddituale della famiglia entro i 15mila euro come il superbonus 90% del 2023 sulle villette, e il possesso come abitazione principale dell’immobile da parte del committente dei lavori, ma aggiungerebbe anche l’obiettivo di miglioramento della classe energetica grazie agli interventi. Infatti, il disegno di legge prevede il salto dalla classe energetica G alla E entro il 2035, quasi in linea con gli obiettivi europei della direttiva Case green.

Bonus edilizi, la riforma della detrazione fiscale per agevolare i lavori

Il punto principale della riforma del superbonus rimarrebbe, in ogni caso, quello del coefficiente reddituale. Con il tetto dei 15mila euro di quest’anno, i possibili beneficiari di questa misura sono crollati di numero. È pressoché impossibile rientrare nei limiti di reddito e agevolare il bonus con la detrazione fiscale, dal momento che la cessione dei crediti e lo sconto in fattura non sono utilizzabili sui nuovi lavori.

A tal proposito, il governo – oltre a permettere lo sconto in fattura e la cessione dei crediti d’imposta a chi ha redditi bassi – dovrebbe riformare il sistema delle agevolazioni mediante la detrazione fiscale. Già quest’anno, in deroga al decreto legge 34 del 2020, la detrazione è stata allungata a 10 anni sulle sole spese del 2022 e a partire dalla dichiarazione dei redditi del 2024. Ma, nel progetto di riforma si potrebbe prevedere una detrazione fiscale ancora più lunga, anche di 15 anni, per ridurre la quota annuale da portare nella dichiarazione dei redditi.