Pensioni, arrivano conferme dal governo in base alla quali, nella riforma del 2024, non ci sarà più spazio per il paletto figli dell’opzione donna. La novità dovrebbe riportare lo strumento di uscita anticipata ai requisiti per lo più anagrafici e contributivi validi fino al 31 dicembre 2022. Insieme alle novità sulla misura di uscita anticipata delle lavoratrici, arriverà la conferma per tutto il 2024 di quota 103, mentre l’Anticipo pensionistico sociale (Ape) dovrebbe accogliere nuove professioni gravose nel canale di uscita a 63 anni.
Cambia anche la previdenza dei giovani, di chi oggi ha fino a 35 anni: è in arrivo il riscatto della laurea super agevolato, con condizioni favorevoli anche per l’adesione a piani previdenziali complementari con i fondi pensione.
Pensioni, nella riforma 2024 sparirà il paletto figli per opzione donna
Arrivano conferme dalla maggioranza di governo circa il cambio di passo delle pensioni con opzione donna che dovrebbero riaccogliere i requisiti anagrafici e contributivi nella proroga del 2024. Si tornerebbe al passato con l’eliminazione del paletto figli per poter anticipare l’età di uscita rispetto ai 60 anni: nel 2023, infatti, si può andare in pensione a 59 anni se la lavoratrice ha avuto un figlio e a 58 anni con due figli. Ma, per l’accesso alla misura, è necessario possedere alcuni requisiti che sono simili a quelli già previsti dall’Ape sociale. Nel 2023 agganciano l’opzione donna le lavoratrici che siano state licenziate (o impiegate di aziende in crisi), caregiver o inabili al 74 per cento.
Tutti questi paletti hanno ridotto in maniera evidente la platea delle lavoratrici in uscita con la misura dei 35 anni di contributi e del ricalcolo della pensione con il meccanismo contributivo. Per l’anno prossimo, anche per l’impegno della ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, si dovrebbe tornare a requisiti più vicini a quelli in vigore fino al 31 dicembre 2022, abbandonando le novità di quest’anno e consentendo alla donne di andare in pensione a 58 anni di età, come avveniva fino a 9 mesi fa.
Pensioni riforma opzione donna, nel 2024 anche la proroga di quota 103 al posto di quota 41
La riforma delle pensioni 2024 quasi certamente accoglierà la proroga della quota 103. La misura consente di uscire con quota 41 dei contributi, ma con il vincolo anagrafico di almeno 62 anni di età. Ragione per la quale la quota 103 rappresenterà l’alternativa per i lavoratori precoci che, nella maggior parte dei casi, dovranno lavorare anni in più per centrare entrambi i requisiti, quello contributivo e quello dell’età minima.
Quota 41 per tutti, invece, non si farà nemmeno quest’anno: dovrebbe rimanere la misura dei 41 anni di contributi per i lavoratori precoci ma, come 103, gravata da ulteriori paletti. Il risultato è che le uscite dei precoci sono nell’ordine di qualche migliaia all’anno.
Inoltre, sarà ampliato il numero delle mansioni considerate gravose e pesanti: nell’ultima revisione effettuata dal governo guidato da Mario Draghi, le categorie usuranti sono arrivate a 23 con possibilità di uscita anticipata a 63 anni e 36 anni di contributi.
Pensione giovani, arriva il riscatto laurea super agevolato
Un’attenzione particolare sarà dedicata dal governo e dall’Osservatorio della spesa previdenziale nato nei mesi scorsi come istituto del ministero del Lavoro specializzato nelle questioni pensionistiche, ai giovani.
Anche nei prossimi tavoli che si terranno a settembre (e che concluderanno il lavoro di analisi della spesa del 2023), la previdenza delle nuove generazioni sarà al centro delle ipotesi, con un’implementazione della previdenza integrativa e l’adesione degli under 35 alle pensioni complementari. Per i giovani è allo studio anche un nuovo riscatto della laurea con il pagamento super agevolato degli oneri da versare all’Inps.