La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha raggiunto ieri mattina New Delhi, dove oggi e domani è ospitato il G20 e dove la presidente discuterà di diversi temi urgenti nella nostra contemporaneità: clima, ambiente, energia e sviluppo sostenibile, questione ucraina, transizione digitale, riforma delle istituzioni multilaterali e intelligenza artificiale. La ministra indiana dell’Agricoltura Shobha Karandlaje ha accolto la delegazione italiana, di cui è parte anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che in questa sede si confronterà con il segretario al Tesoro statunitense Janet Yellen, il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner e il ministro francese dell’Economia Bruno Le Maire.
G20, Meloni: “La risposta al cambiamento climatico deve riguardare tutti”
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta alla prima sessione del G20 intitolata One Earth e incentrata sul tema ambientale. Le parole di Meloni si sono così orientate sulle questioni del clima, dell’energia e del loro indissolubile legame, rilevante soprattutto nel guardare alla guerra in Ucraina. Il tema richiede un intervento coordinato e congiunto, per sviluppare soluzioni efficaci e raggiungere dei risultati:
Il nesso clima-energia è sempre più importante in una fase nella quale il mondo continua ad affrontare gli effetti a cascata della crisi innescata dalla guerra di aggressione russa all’Ucraina e dall’uso delle forniture energetiche come un’arma di ricatto da parte di Mosca. Nella transizione ecologica e nella transizione energetica in cui siamo, in modi diversi, tutti coinvolti, approcci troppo radicali o troppo asimmetrici fra gli Stati, particolarmente fra quelli più industrializzati, finirebbero per non garantire soluzioni efficaci ai nostri problemi, e allo stesso tempo potrebbero provocare pericolosi squilibri nel rapporto tra le Nazioni e all’interno delle Nazioni stesse.
Un altro tema toccato dalla presidente è quello dello sviluppo dell’Africa, sul quale Meloni ieri si è confrontata con il premier britannico Rishi Sunak. I due capi di Governo si sono trovati d’accordo nel guardare agli sforzi congiunti necessari allo sviluppo dell’Africa come un’opportunità condivisa. L’Africa è un continente molto ricco di risorse, ma che oggi risulta povero come conseguenza di anni e anni di dominazioni coloniali e sfruttamento predatorio da parte delle Nazioni europee. L’intento di Meloni è quello di cambiare approccio rispetto al passato, con un maggiore rispetto delle realtà locali:
L’Italia destinerà all’Africa 3 miliardi di euro nei prossimi 5 anni, equamente destinati a iniziative di mitigazione e adattamento. Il Governo italiano sta lavorando per dare vita a un ampio Piano di cooperazione e sviluppo che porta il nome di un grande italiano, Enrico Mattei, fondatore di Eni. La sua ‘formula’ ebbe successo perché seppe coniugare l’esigenza di una Nazione come l’Italia di rendere sostenibile la sua crescita con quelle degli Stati partner di conoscere una stagione di sviluppo e progresso. Oggi la storia ci pone davanti le stesse esigenze. L’Italia aspira a diventare un ponte tra Europa e Africa per promuovere partenariati reciprocamente vantaggiosi, rifiutando un approccio assertivo o paternalistico, per sostenere la sicurezza energetica delle Nazioni africane e mediterranee e rafforzare le esportazioni di energia verde.
Tutti questi impegni e obiettivi, e in particolare quelli riguardanti la crisi climatica, devono “riguardare davvero tutti, altrimenti pensare che possa portare risultati apprezzabili è pura utopia“. L’obiettivo prioritario, secondo la premier Meloni, resta “l’adozione di tutte le misure utili alla mitigazione delle conseguenze dei cambiamenti climatici, che impattano soprattutto sui Paesi del sud globale“.
Li Qiang, richiesto un incontro bilaterale con la presidente Meloni
Il primo ministro cinese Li Qiang pare che avesse già avanzato la proposta in precedenza, per poi ribadirla al ministro degli Esteri, Antonio Tajani durante la recente missione a Pechino. In tale occasione il ministro aveva reso nota l’intenzione dell’Italia a non rinnovare il memorandum sulla nuova via della Seta, a causa del mancato raggiungimento dei risultati sperati.
Il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, non condivide tale visione e ha ribattuto che la nuova via della Seta ha avuto successo: l’interscambio commerciale negli ultimi 5 anni sarebbe passato da 50 a 80 miliardi di dollari. L’Italia si trova al centro dello scontro (prevalentemente economico) che vede contrapposti Cina e Stati Uniti.