Il portavoce della Nato, Dylan White, ha dichiarato in modo lapidario che l’Alleanza condanna apertamente lo svolgimento da parte della Russia delle cosiddette ‘elezioni’ nei territori occupati ucraini. Tale posizione è giustificata riaffermando la propria vicinanza a Kiev: “Si tratta di una truffa, di un’illegittimità e di un’altra violazione del diritto internazionale. La Nato è al fianco dell’Ucraina“. Le parole della Nato arrivano dopo che il capo della Commissione elettorale centrale Ella Pamfilova ha dichiarato l’apertura dei seggi in 54 entità elettorali e in quattro regioni ucraine annesse a settembre (Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia).
Nato, Francia e Italia contro le elezioni russe nei territori ucraini
Anche la Francia ha giudicato molto negativamente l’organizzazione di “elezioni farsa” sul territorio ucraino e ha dichiarato che, coerentemente, non riconoscerà il risultato delle votazioni:
Queste cosiddette elezioni sono prive di qualsiasi legittimità e si svolgono nei territori che la Russia occupa illegalmente, come evidenziato nella risoluzione dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 12 ottobre 2022. La Francia denuncia lo svolgimento di queste elezioni fasulle e non ne riconoscerà i ‘risultati’. La Francia invita la Russia a cessare immediatamente la sua guerra di aggressione, a rinunciare alla sua impresa imperialista e a ritirare le sue truppe dall’intero territorio dell’Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti.
L’Italia ha preso una posizione molto simile e, durante un intervento al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, l’ambasciatore italiano all’Onu Maurizio Massari ha condannato la Russia non solo per l’attacco ai civili ucraini, ma anche per le elezioni organizzate nei territori occupati:
Ben lontano dall’essere un esercizio di democrazia e di autodeterminazione, le cosiddette elezioni organizzate dalla Russia in modo illegittimo nei territori ucraini temporaneamente occupati si svolgono in mezzo ad abusi sistematici dei diritti umani e ad intimidazioni.
Zelensky: “L’offensiva mondiale delle sanzioni deve riprendere”
Prendendo la parola al al Forum strategico europeo di Yalta a Kiev, un evento annuale ospitato dall’oligarca ucraino Viktor Pinchuk, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato “che oggi i nostri passi sono probabilmente più veloci dei nuovi pacchetti di sanzioni”. Zelensky ha così formalmente invitato la comunità internazionale a imporre nuove sanzioni contro la Russia, la quale nel mentre tenta di aggirare quelle in vigore. Secondo il presidente le priorità al momento sono tre: “Ulteriori sanzioni contro il settore energetico russo, restrizioni reali alla fornitura di chip e microelettronica in generale ai terroristi e un ulteriore blocco del settore finanziario russo“.
Sulla questione energetica e su quanto questo sia un tema cruciale per gli sviluppi della guerra, è intervenuta questa mattina la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, durante la prima sessione del G20 a New Delhi, aperto dal premier indiano Narendra Modi con un’esortazione a “vincere la crisi di fiducia provocata dalla guerra“:
Il nesso clima-energia è sempre più importante in una fase nella quale il mondo continua ad affrontare gli effetti a cascata della crisi innescata dalla guerra di aggressione russa all’Ucraina e dall’uso delle forniture energetiche come un’arma di ricatto da parte di Mosca.
Il portavoce del Ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko, ha ribadito che Kiev non è in alcun modo disposta a barattare l’allentamento delle sanzioni contro Mosca con la ripresa delle esportazioni di grano attraverso il Mar Nero:
La posizione della parte ucraina rimane invariata: allentare le sanzioni sarebbe una vittoria per il ricatto alimentare della Russia. La comunità internazionale dovrebbe adoperarsi per obbligare la Russia ad adempiere ai suoi doveri, e non incoraggiare nuove aggressioni facendo delle concessioni.
Nel frattempo, un sostegno massiccio continua ad arrivare dagli Usa. È infatti possibile che l’Amministrazione statunitense fornisca all’Ucraina dei missili a lungo raggio Atacms, i quali potrebbero potrebbero arrivare nel giro di pochi mesi. Alcuni alleati si sono mostrati scettici di fronte a tale richiesta da parte di Kiev, a causa del timore di un eventuale utilizzo per colpire bersagli in territorio russo, nonostante l’Ucraina abbia esplicitamente dichiarato di voler evitare tale scenario.