Fossimo francesi esclameremmo: “Il giorno dopo è ancora più bello”. Anzi, fossimo francesi conieremmo nuovi superlativi per impreziosire ulteriormente l’aggettivo “bello“. Oppure ce ne staremmo lì, a goderci semplicemente la festa. La Rugby World Cup Francia 2023 è cominciata ieri sera e con sé ha portato anche (e/o soprattutto) una vittoria senza nulla da dire nel match inaugurale sui ba-bau in maglia nera, gli All Blacks, la Nuova Zelanda che nel rugby non è soltanto “la lunga nuvola bianca” che si trova dall’altra parte del mondo. Fossimo francesi, infine, ci fregheremmo le mani, auspicando un successo su tutta la linea come fu nel 2007, in occasione dell’ultimo Mondiale ospitato nel Paese. Quello che portò non poca soddisfazione ai custodi delle casse del Paese.

Inaugurata ieri la Rugby World Cup Francia 2023, il Mondiale ovale

Ferro francese“, titola stamani “L’Equipe“, che parla anche di una “lezione di stile“. La granduer è insomma al suo massimo splendore: vi stiano simpatici o meno i “cugini” d’Oltralpe, chi vince può permetterselo. “Avremmo dovuto fare qualcosa di più”, ha ammesso intanto ieri notte Ian Foster, il ct della Nuova Zelanda sconfitta 27-13. Una batosta, considerando che agli All Blacks, con questo punteggio, viene persino tolto il punto in classifica di bonus difensivo (quello per il KO con meno di 8 punti di distacco). È lo stesso Ian Foster che alla vigilia dichiarava: “Quando siamo in trasferta puntiamo sempre a zittire il pubblico, stavolta in particolare”.

Oltre “le ultime parole famose”, i francesi – a partire dagli 80.000 allo “Stade de France” – non li ha zittiti nessuno. Salutando anzi con una bordata di fischi da ricordare il presidente transalpino Emmanuel Macron. E fischi – meno forti, va detto – per la Haka degli All Blacks. È successo quando Aaron Smith, che conduceva la celeberrima danza maori, ha chiamato la Kapa O Pango, la versione più… aggressiva della Haka. Quella che nel recente passato veniva chiusa con il gesto con il pollice del taglio della gola, per intenderci.

Fischi (tanti) a Macron e fischi alla Kapa O Pango, prima della festa tutta francese

Dai fischi, gli appassionati autoctoni sono passati all’esultanza pura. Una terra di 65 milioni di anime che vola insieme ai vari Ramos (17 punti al piede, frutto di 5 piazzati e una trasformazione), Penaud e Jaminet (una meta a testa) e si chiede le ragioni del passaggio a vuoto di Dupont, il mediano di mischia più forte al mondo. Per la Nuova Zelanda due mete di Telea e un calcio di Mo’unga. Al 58′ espulsione temporanea per Jordan. In tribuna tanti volti noti del mondo dello spettacolo e dello sport. Le telecamere beccano la stella del calcio Kylian Mbappé, che segue la partita in trepidazione ed esulta pure lui. “Calcio, la miglior pubblicità per il rugby“, titolò il “Midi Olympique” all’indomani dell’eliminazione della loro nazionale da un Mondiale di calcio. Oggi quelle parole hanno tutt’altro significato.

I fischi a un imbarazzato Macron.

La Haka versione Kapa O Pango.

L’esultanza dei parigini…

…e quella dei calciatori.

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