Matteo Renzi continua a tirare bordate contro il suo ex partito a tutto vantaggio di Giorgia Meloni. Per il toscano, il Pd “è diventato grillino, la sesta stella di Conte”. In attesa che si concretizzi la sua recente idea di Centro, l’ex premier prende le distanze dal “populismo di sinistra di Conte e Schlein” e dal “sovranismo di destra di Meloni e Salvini, che fanno populismo e un decreto legge su ogni fatto di cronaca”. Il Centro che immagina Renzi “è inteso come spazio di riformismo e valori che non sono di chi dice ‘facciamo affogare i migranti'”. Ma sono ancora i dem e i 5 stelle a irritarlo: “Trovo abbastanza sconvolgente che in questo ultimo mese il Pd abbia sostenuto le misure del governo, ad esempio sulle banche. Il M5s sostiene il governo sulle questioni della Rai, noi abbiamo fatto un’opposizione a questo governo durissima”. Sospettato di desiderare un abbassamento al 3% della soglia di sbarramento per le elezioni, Renzi rassicura che per lui la legge non va cambiata: “Il governo Meloni ha fatto aumentare la benzina, l’inflazione picchia durissimo, sta per ripartire la scuola con costi superiori e davanti a questo caos vogliamo metterci a parlare della soglia di sbarramento? Ci prendono per matti”. Quanto ai consensi, il leader di Iv conta su chi ha votato Terzo polo, su un pezzo di Pd “che non può accettare la deriva a sinistra della Schlein” e su una parte di Forza Italia “che votava per Berlusconi e ora non puo’ votare Salvini e Meloni, perché quando c’era Berlusconi era Forza Italia ma ora, con tutto il rispetto, con Tajani è forse Italia”.

Matteo Renzi a testa bassa contro il suo ex partito

Ma oltre a questo ci sono le polemiche scatenate da Giorgia Meloni e Matteo Salvini rispettivamente Presidente del Consiglio e Ministro dei trasporti contro il commissario europeo Paolo Gentiloni. C’è un motivo ben preciso però se il governo si sta schierando come un solo uomo contro il commissario all’economia di Bruxelles: per palazzo Chigi non si sta dando abbastanza da fare per fare incassare all’Italia i soldi della terza e della quarta rata. In poche parole, di fatto l’accordo è stato trovato, ma finora l’Italia non ha visto il becco di un quattrino. Inutile dire che se mancheranno questi soldi il governo andrà in grandissima difficoltà sulla legge di bilancio. Ecco perché sono partite le bordate indirizzate al commissario italiano.