I numeri del turismo dell’estate 2023 non sono dei migliori, in calo soprattutto il turismo interno con gli italiani che hanno dovuto tagliare le vacanze sempre più costose.
Nuove regole per gli affitta camere
Partendo proprio dallo specifico del disegno di legge presentato dal Ministero del Turismo, l’obiettivo resta regolamentare il fenomeno degli affitti brevi che negli ultimi anni, specialmente nei centri storici delle città d’arte, è proliferato in modo incontrollato.
Sono stati istituiti alcuni strumenti di controllo come la banca dati e il codice unico identificativo nazionale. Strumenti di trasparenza dell’offerta a tutela delle imprese e dei consumatori, importante l’impatto che tale raccolta dati avrà per contrastare lo strapotere delle piattaforme.
Con la banca dati sarà possibile conoscere l’ubicazione delle diverse attività e questo permetterà di affrontare con politiche adeguate i reali flussi turistici della città, oltre che ad attivare una migliore raccolta fiscale.
Per i sindaci è una proposta inconsistente
Se il governo si dice ottimista rispetto ai provvedimenti intrapresi non sono della stessa idea i sindaci, con quello di Milano in testa.
Il sindaco Giuseppe Sala infatti, commentando la bozza del decreto sulle limitazioni agli affitti brevi, si è schierato con gli amministratori che chiedono più autonomia e meno decisioni versate dall’alto senza conoscere veramente i territori.
“A mio parere in un quartiere che è storicamente e preminentemente universitario bisogna far sì che gli appartamenti siano indirizzati o usufruibili soprattutto dagli studenti. Per alcuni sindaci come Nardella il tema è il centro, per noi non è il centro stretto ma sono alcune realtà. Quindi quello che manca è soprattutto un po’di libertà ai sindaci di interpretare le singole realtà cittadine, perché la città non è una sola e anche la diffusione degli affitti brevi non è equilibrata all’interno della città. Dopodiché, 23mila appartamenti dedicati agli affitti brevi sono tanti in assoluto”.
Non solo un questione di gestione dei quartieri e della destinazione di alcune aree, per il sindaco Sala, la ministra Santanché ha anche scelto la strada del silenzio e non ha voluto rispondere a nessuna delle domande fatte dagli amministratori locali.
“Ieri ho trasmesso il messaggio e non ho avuto risposta. Lei è la ministra del turismo e deve tutelare il turismo, noi stiamo introducendo una questione che invece servirebbe per altri scopi. Non è semplicissimo. Mi ha ascoltato, che succeda qualcosa non lo so”
Contenti solo gli albergatori
Glòi unici che si sono detti pienamente soddisfatti dall’iniziativa del ministero del turismo sono gli albergatori, attraverso le parole di Maria Carmela Colaiacovo, Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi
“Ci fa piacere che molte delle nostre richieste presentate nel corso degli incontri con il Ministero del Turismo siano state recepite ed accolte. Un importante tassello si è aggiunto al quadro della regolamentazione del mercato. Non siamo contro nuove e alternative modalità di accoglienza, quello che più ci interessa è che chiunque operi nel mercato dell’ospitalità turistica agisca nel pieno delle regole e sia sottoposto ad un regime fiscale coerente con l’attività svolta”
Le opposizioni (e non solo) attaccano la ministra Santanché
Dalle opposizioni arrivano parole di completa disapprovazione per il Dl della Santanché, per il capogruppo di AVS alla camera Luana Zannella la proposta della ministra scontenta tutti.
“Il ddl Santanchè sugli affitti brevi scontenta tutti. Gli operatori del settore, i sindaci e chi, come noi, tiene ai centri storici come luoghi da valorizzare e vivere, non da trasformare in residenze per un turismo predatorio. La ministra farebbe bene a ritirare il suo provvedimento”.
Critiche anche da parte del presidente della Regione Lombardia Fontana che ha specificato come “sono tutte nuove realtà che hanno bisogno di una regolamentazione”.
Per Fontana “non possono essere lasciati così alla libertà assoluta. Mi sembra che anche in questo caso con la scelta che è stata fatta si cerchi di dare una regolamentazione e trovare uno spazio che non vada a incidere sugli interessi di altre categorie, non crei confusione all’interno degli immobili. Cambi troppo rapidi rischiano di creare situazioni insostenibili anche per chi abita in quelle case”