Oggi vi presentiamo l’elenco di quelle che sono state le 10 evasioni dal carcere più famose della storia a livello mondiale. Vi anticipiamo subito che si tratta di fughe molto particolari, a volte anche troppo, tanto da sembrare assurde o inverosimili. Si va dalla più recente effettuata da un detenuto con la “camminata del granchio” a quelle indimenticabili su cui addirittura sono stati girati film e pellicole che non possiamo non conoscere.

Evasioni dal carcere più famose: quali sono

Partiamo subito con il botto, con quella che si è verificata settembre del 2023 in Pennsylvania. Al centro della vicenda c’è Danelo Cavalcante, che si trovava in carcere per aver ucciso la sua fidanzata. Egli è riuscito ad evadere in un modo molto semplice, ovvero con quella che viene chiamata la “camminata del granchio”.

L’uomo si è messo in orizzontale tra due muri distante circa 1 metro e mezzo ed è, mano a mano, salito verso l’alto. A riprenderlo sono state alcune telecamere di sicurezza. Egli è riuscito a raggiungere il tetto del carcere e si è dato alla fuga.

Tra le evasioni dal carcere più famose della storia non possiamo che nominare quanto avvenuto in quello di massima sicurezza di Alcatraz. La prigione, nota per essere una delle più dure al mondo, ha visto la fuga l’11 giugno del 1962 di Frank Morris e dei fratelli John e Clarence Anglin.

I tre riuscirono a realizzare una incredibile evasione, che è stata poi raccontata anche nel film del 1979 dal titolo Fuga da Alcatraz. Ma che cosa è successo nello specifico? Per circa un anno i tre detenuti scavarono con dei cucchiaini un tunnel che collegavano le loro celle ai condotti di areazione. Condotti che terminavano al di fuori dell’edificio.

Così, durante una notte, riuscirono a scappare via e ad ingannare le guardie sistemando dei manichini sotto le coperte dei loro letti. Ma non è tutto. Una volta fuori dalla struttura si tolsero i propri indumenti e costruirono una zattera con del mastice. Preso la via del mare e quello che accadde dopo non si è mai saputo.

Il “nostro” Casanova nel 1755

La lista prosegue poi con il celeberrimo Giacomo Casanova. Dobbiamo in questo caso tornare abbastanza indietro nel tempo. Nel 1755 per la precisione, quando egli scappò dal carcere di Piombi, dove si trovava con varie accuse a suo carico. Grazie all’aiuto di un altro detenuto, egli riuscì a fuggire dal tetto. Casanova, insieme al compagno, si calava poi nel palazzo.

I due si fecero aprire da un custode dopo essersi spacciati da magistrati. Poi si allontanarono in gondola. Il racconto di questa avventurosa evasione è raccontato nel libro Storia della mia fuga dai Piombi.

Dal ladro Robin Hood alla fuga con le lenzuola

Un ulteriore caso eclatante si è verificato nel gennaio 1934 in Indiana. Al centro vi è John Dillinger, celebre negli Stati Uniti per essere stato una sorta di Robin Hood, considerata la sua abitudine di rapinare le banche e bruciare i registri contabili nei quali erano scritti i nomi delle persone con debiti in difficoltà economiche.

Egli era recluso presso il carcere di Crown Point in attesa di processo. La strategia che utilizzò fu molto semplice in realtà. Si procurò un pezzetto di legno che modello a forma di pistola e lucidò successivamente. Con questa finta arma minacciò le guardie finché riuscì ad entrare in possesso di una vera. Fuggì a bordo di un’auto ma qualche mese dopo fu catturato e ucciso.

Il film Fuga a mezzanotte si ispira al caso di Bill Hayes. Nel 1970 aveva 23 anni ed era un semplice studente di New York. È Stato fermato in Turchia per possesso di hashish. Fu mandato in un carcere su un’isola dove riuscì a fuggire con una barca a remi.

Il curioso elenco prosegue poi nel nostro Paese, con la fuga dal carcere di Poggioreale di Robert Lisowski, evaso in una normale giornata di domenica. Egli è stato il primo detenuto in 100 anni a riuscire ad eludere i controlli e a fuggire tramite una corda fatta di lenzuola.

Il detenuto si è calato dalle mura di cinta che delimitano il perimetro della prigione a Napoli, approfittando di una forte riduzione degli agenti in servizio nel mese di agosto. Fu rintracciato dopo circa 24 ore, con diverse ferite lungo tutto il corpo.

ll caso di El Chapo

Tra le fughe più straordinarie non possiamo poi non mettere quella di Joaquin Guzmàn, noto come in tutto il mondo con il soprannome di El Chapo. Stiamo parlando di niente di meno di uno dei più potenti narcotrafficanti messicani riuscito a fuggire dalla prigione di Almoloya de Juarez nel 2015.

Lo ha fatto in un modo abbastanza “classico”. Ovvero calandosi in un tunnel sotterraneo precedentemente scavato dall’esterno da alcuni suoi uomini, dotato di sistema di ventilazione. La cosa straordinaria è che non ha percorso il tunnel lungo 1,5 km a piedi, ma in sella ad una sorta di motocicletta su rotaia per essere più veloce.

Non era la prima volta che egli tentava di fuggire. Già ci aveva provato nel 2001 quando era riuscito ad uscire da un carcere messicano rimanendo nascosto in un cestino della biancheria sporca e comprando alcune guardie.

Le fughe dalla prigione più famose al mondo

C’è poi il caso di The Maze, nota prigione che era situata nell’Irlanda del nord. Oggi non è più attiva e ed è nota per l’evasione di ben 38 prigionieri nel 1983. I detenuti in quel caso riuscirono a farsi portare armi di diverso tipo all’interno del carcere e organizzarono una ribellione. Poi sfondarono il cancello della struttura e scapparono.

Tutti e 38 i detenuti facevano parte dell’IRA, l’organizzazione para-militare che combatteva per l’indipendenza dell’Irlanda del Nord dal Regno Unito. Alcuni di questi furono catturati nei giorni seguenti mentre altri rimasero e risultano essere ancora tutt’oggi latitanti.

Non possiamo poi non citare i diversi tentativi di evasione di Renato Vallanzasca. Il più famoso è senza dubbio quello che si è verificato nel 1976 quando egli sia iniettato le sue urine in vena e si è mangiato uova marce per farsi venire l’epatite. Una volta portato in ospedale per le sue condizioni di salute, riuscì a scappare.

Concludiamo infine con il caso che risale al 2012 del sudcoreano Choi Gap-bok. Quest’ultimo, in realtà, non è evaso da un carcere stazione di polizia a Taegu. Egli, 50 anni ed esperto di yoga, era un uomo abbastanza piccolo. Era alto 1,65 e pesava appena 50 kg.

Una sera, proprio mentre era sotto stato di fermo nella stazione di polizia, chiese che gli venisse fornito dell’olio per la pelle. Ed ecco che, quando si fece notte e gli agenti si misero a riposare, egli se lo mise per tutto il corpo e riuscì a “scivolare” attraverso la fessura nella quale veniva consegnato il cibo nella cella. La Polizia lo ritrovò comunque qualche giorno dopo.